16 dicembre 2011
9:45

Manovra, l'Espresso intervista Enrico Rossi

di Denise Pardo per l'Espresso

Anche Enrico Rossi, governatore della Toscana, aveva annunciato il varo di una sua "manovra" finanziaria regionale. E la preparazione di un regalo di Capodanno per la "castina" locale: taglio del numero dei consiglieri e abolizione dei vitalizi. Ma al momento in uno speculare fenomeno con il Palazzo romano, i tagli appaiono bloccati. Con "l'Espresso" Rossi parla di questo, del governo Monti, del Cavaliere rampante, del futuro del Pd.

Che fa presidente rimanda? Proprio come il governo nazionale? L'ulteriore riduzione dei consiglieri e l'abolizione dei vitalizi prevista per dicembre anche in Toscana stata rimandata. A gennaio a quanto pare.

" slittata ma c' un documento firmato e sottoscritto. E comunque gi all'inizio della nuova legislatura avevamo ridotto il numero dei consiglieri da 65 a 55 e ora puntiamo ad averne 45 in tutto. Come per i vitalizi, cosa praticamente fatta. Segnalo che da noi in regione gli stipendi sono tra i pi bassi d'Italia, compreso quello del presidente. Non solo: applichiamo alla lettera un articolato codice etico per contenere al massimo benefit e spese di rappresentanza. In treno si viaggia tutti in seconda classe e in economica in aereo".

Qual il suo giudizio sulla manovra?

" sufficiente per evitare che l'Italia scivoli nel baratro. Ma manca di caratteri di equit . Penso a quello che mi dicono gli operai in fabbrica, penso a chi ha anni di lavoro usurante sulle spalle. Non si poteva fare senza, si poteva fare meglio".

La manovra offre il massimo dei benefici alle posizioni del Pdl, il minimo a quelle del Pd e del centrosinistra.

"Non c' patrimoniale. Non si parla di asta per le frequenze tv. La tassa sulla casa agevola chi ne possiede tante. C' una sensazione di ingiustizia diffusa. E il governo rispecchia istanze e visione del centrodestra e l'idea liberista e mercatista. In compenso, come stato detto e ridetto, non si pu non riconoscere l'autorevolezza e la competenza e il recupero di credibilit non di poco conto. Giorni fa, l'eurodeputato Martin Schulz era qui a Firenze. Ha raccontato quanto l'Italia abbia riconquistato rispetto e sia stata anche apprezzata la battaglia di Monti e dei suoi per avere un impegno pi forte della Bce. Sa cosa succedeva l'anno scorso, mi ha rivelato in modo molto brutale? Succedeva che quando nell'Europarlamento parlava l'Italia si toglievano dalla testa la cuffia per la traduzione".

La situazione d'emergenza incontestabile. Ma rispetto a un Cavaliere rampante, il Pd appare silente.

"Non sono d'accordo. Mi sembra evidente, ed stato detto in modo molto netto, che questo non certo un governo della sinistra, n una manovra che avrebbe fatto la sinistra. Il modello di societ corporativa e parcellizzata ha pesato nelle scelte del governo e credo abbia impedito una manovra pi incisiva sia sul piano del rigore che su quello dell'equit . Non sono stati affrontati esosi e ingiustificati privilegi. Vincenzo Visco ha rilevato come manchino totalmente le impalcature di norme contro l'evasione fiscale che il governo Prodi aveva varato e poi il Cavaliere aveva stracciato. Le prese di distanza ci sono state, eccome".

Quanto incider la "conciliante" presa di posizione del Pd sulla leadership del partito?

"Sono convinto che ne esca rafforzata. Bersani avrebbe potuto resistere e spuntarla sulla richiesta di andare alle elezioni. Il voto gli avrebbe permesso di giocare la sua partita di premiership con una probabile vittoria del centrosinistra. Ha scelto di non farlo. Questo sotto gli occhi di tutti e gli va riconosciuto: ha avuto la statura di optare per quello che era pi utile per il Paese. La sua posizione sulla manovra la condivido in pieno: deve essere votata e impiegher tutte le mie forze perch sia pi equa. Una scelta che ha permesso la partecipazione alla manifestazione dei sindacati. E francamente non ci ho visto nulla di imbarazzante. Per anni il Paese stato a parlare di nuvole. Ora si affrontano cose davvero serie, normale che si sviluppi un'opposizione sociale ed bello che i sindacati siano di nuovo riuniti".

Per tornare a Bersani e al Pd...

"Per tornare a Bersani: non trova che abbia dato un grande esempio? Non solo perch per anni ha sempre vinto l'ad personam. Ma anche perch la sua scelta ha permesso di tenere insieme tutto il partito in cui davvero ci sono posizioni troppo distanti che dovrebbero essere discusse e risolte".

La fronda e le agitazioni interne sono tante. A quali si riferisce?

"Ad altro. Per esempio, alla destra nel partito che un po' scioccamente rischia di schiacciarsi troppo sul governo. Penso a quelli come Giorgio Tonini. Non bisogna dimenticare che nella compagine guidata da Monti c' una notevole componente liberista. la stessa che ci ha portato al punto in cui siamo, che ha lasciato spazio a un orientamento culturale populista e plutocratico. Il cambiamento di clima ci fa felici. sentito anche dall'elettorato di sinistra. Per c' un punto, un nodo che noi dovremmo mettere in primo piano: negli ultimi anni c' stata una fortissima opera di destrutturazione dello Stato, del suo ruolo e delle istituzioni lasciando il posto ad un modello di Paese-azienda che, per fortuna, fallito. L'altro giorno Dario Franceschini ha parlato dell'ipotesi di un accordo istituzionale e politico per una riforma della legge elettorale e del Parlamento. ovvio che poi ci debbano essere politici preparati e all'altezza".

La gente non arriva alla fine del mese, non paga l'affitto o la spesa con il ruolo dello Stato.

" vero. Ma questo tipo di riforme sono alla base della ricostruzione culturale e politica del Paese. Non si esce dalla crisi se non si ristabilisce questo che non esclude affatto n mette in secondo piano le risposte concrete alle esigenze pi immediate".

C' anche una fortissima richiesta di rinnovamento della classe dirigente: la rottamazione vessillo di Matteo Renzi molto popolare, no? Ma il percorso con l'arrivo del governo Monti sembra essere rimandato, il caso di dire, alle calende greche.

" necessario puntare a una classe dirigente nuova, cosa diversa dalla rottamazione di Renzi che non condivido per nulla, lui gioca sul terreno della comunicazione e della personalizzazione e io punto al contrario. Gli va comunque riconosciuto il merito di aver lanciato la questione. Ci vuole un passaggio a una generazione diversa, non solo per un dato anagrafico ma per un dato politico. La sinistra non pu che rinascere su una critica dell'ideologia liberista: la stanno facendo le socialdemocrazie ma anche la Chiesa cattolica. Ho un sogno: un Pd che riapre una discussione profonda su un programma a tesi emendabili, come succede in tutti i partiti di massa, finalmente sganciate da personalismi. Magari si scoprirebbe che le distanze tra me e Tonini non sono cos grandi".

Primarie sui programmi non su candidati?

"Si pu dire anche cos , giornalisticamente. Il Pd dovrebbe lanciare dei congressi a tesi, primarie su proposte e posizioni. Altrimenti tutte le volte il dibattito si riconduce se si deve trovare o no uno che ha pi capelli o che fuma o no il sigaro. La Caritas denuncia otto milioni e mezzo di poveri. Come pu un partito come il nostro non farne una riflessione, una proposta? Questo un momento molto delicato per il Pd. Molto delicato. Voglio sottolinearlo perch rischiamo davvero di diventare una forza di centro. O ritroviamo un'identit e ricostruiamo una nostra cultura politica oppure finir che questa svolta tecnocratica, utilissima in un momento di emergenza, ci fagociter ".

Si fanno largo Antonio Di Pietro, Nichi Vendola, i grillini...

"In Toscana cavalcano alcune proteste locali, legittimo per carit : si deve poter discutere. Ma dovrebbero avere pi rispetto, questo involgarimento della politica, il non ragionare sulle cose... A volte mi sembra che giochino su un doppio binario e che siano caratterizzati dal cercare il nemico pi che il dialogo. Questo consente loro di avere una identit forte ma solo su frammenti, laddove la politica manca".

Ha appena detto che non c' discussione nel Pd.

"Cos com' l'organizzazione tende pi ai cosiddetti "caminetti". Anche noi, siamo figli di vent'anni di berlusconismo, di una comunicazione spot dove conta l'esserci, l'apparire, la battuta. Al momento, pi che al confronto ci si muove con cose preconfezionate".

Viene consultato dai dirigenti romani del Pd, visto che stato pi volte lodato, anche dall'editore del nostro gruppo per esempio?

"Diciamo che capita. Ma non importante. Lo invece sottolineare che siamo arrivati a un punto cos pericoloso per la democrazia, anche a causa della politica dei sondaggi, della paura dell'impopolarit , della mancanza di coraggio. Oggi c' molto scontento ed giusto andare e partecipare allo sciopero. Ma deve essere chiaro che stiamo pagando il fatto che il precedente governo non ha voluto o non ha avuto la forza di fare delle manovre serie. stato uno sbaglio enorme, perch l'opinione pubblica matura. L'ho provato di persona nella regione che amministro e su una questione delicatissima: l'immigrazione".

Ci racconti.

"Ci siamo opposti all'accoglienza degli immigrati nei centri lager. Abbiamo chiesto a Roberto Maroni, allora ministro dell'Interno, di applicare un nostro modello di accoglienza in piccole comunit . La proposta stata accolta e da tutti si manifestato un gran sostegno. La sera in cui arrivato il primo gruppo di tunisini, abbiamo pensato di riunirli in una palestra per censirli e poi smistarli. Ma la decisione di portarli prima nelle comunit , di fargli fare la colazione e poi censirli, stata quasi unanime. Ultimamente mi capitato tra le mani un libretto sull'ospitalit del Mediterraneo. Ricorda di come tutte le volte che Ulisse approdava in un luogo, prima lo pulivano, gli davano da mangiare e alla fine gli chiedevano chi era".

Il Pd finir per pagare un prezzo per l'appoggio dato al governo?

"Penso di no. C' molto, comprensibile scontento ma, ripeto, l'opinione pubblica matura. E la storia sull'accoglienza che le ho appena raccontato dimostra che la politica pu sfidare la cultura dominante, magari avversa, perfino quella pi dura da abbattere, quella della paura. Se ci si prova non affatto detto che si perda. Anzi, probabile che si producano nuove energie, forze positive e impreviste, e la prova finalmente che la politica non si fa con i sondaggi".