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4 maggio 2018
17:33

Mediterraneo Downtown, al centro della prima giornata i temi dell'immigrazione

PRATO - Un filo rosso e un impegno, quello per l'accoglienza e l'immigrazione, contro illegalit , tratta e sfruttamento, per diradare con storie positive e ce ne sono tante la nebbia grigia fitta di diffidenza. Mediterraneo Downtown, primo festival italiano sul continente liquido' che abbraccia Europa, Africa e Asia, entrato stamani nel vivo, dopo l'anteprima di ieri sera dedicata alla libert di stampa e ai giornalisti morti, reclusi o scomparsi. Lo scenario quello di Prato, citt toscana multietnica per antonomasia due residenti su dieci sono stranieri e l , tra il salone consiliare cittadino e il museo di Palazzo Pretorio, mattina e primo pomeriggio sono stati tutti dedicati alle migrazioni e alle immigrazioni. Con alcuni impegni, appunto, che si assunto l'assessore alla presidenza e immigrazione della Regione, Vittorio Bugli.

La mattinata si apre con la firma di un accordo tra Comune e Procura di Prato, con il quale viene istituito uno sportello di aiuto e consulenza gratuito contro lo sfruttamento lavorativo, perch gli immigrati possano denunciare i propri sfruttatori e godere di uno speciale permesso. "La Regione Toscana  - spiega l'assessore - impegnata sul fronte dell'anti tratta con il progetto Satis, che ne tutela le vittime. Sono contento che questa rete, che funziona, venga utilizzata per combattere anche l'odioso fenomeno dello sfruttamento illegale del lavoro. La collaborazione del Comune e della Procura pu essere molto efficace, e proporr di estenderla anche ad altri territori della Toscana, a partire dai capoluoghi. fondamentale combattere per tutte le situazioni grigie', in cui possono intromettersi naturalmente fenomeni di illegalit ."

Lo stesso spirito anima anche gli interventi della Regione in tema di accoglienza.  "Quando l'anno scorso abbiamo approvato, con il Libro Bianco, le linee guida sull'accoglienza toscana prosegue Bugli dicevamo che non era pi il tempo dell'emergenza, ma che il tema dell'immigrazione doveva trovare risposte strutturali. Ne siamo sempre pi convinti, tanto pi che gli arrivi sono in diminuzione. Non si pu pi trattare con strumenti straordinari un fenomeno strutturale". "Penso  - aggiunge - che sia arrivato il momento di superare i centri di accoglienza straordinaria, i Cas, cos come sono pensati oggi, affidati a privati con gare delle Prefetture. I richiedenti asilo rischiano di passare anni in questi centri, in attesa di autorizzazione o diniego a restare nel nostro Paese, senza per essere inseriti in percorsi positivi di integrazione, a partire da un'efficace e certificato apprendimento dell'italiano e inserimento lavorativo. Serve una gestione pubblica". Il modello indicato quello dello Sprar, che per oggi residuale, visto che in Toscana comprende circa duemila posti, contro i diecimila dei Cas (comunque in netto calo rispetto al passato). "In ogni caso ribadisce l'assessore serve insistere sul modello dell'accoglienza diffusa, che in questi anni ha dimostrato di essere efficace, per l'integrazione e la sicurezza". In Toscana tra Sprar e Cas ci sono circa 800 strutture, disseminate in poco pi di 230 comuni su 274. 

La necessit di superare i Cas e puntare su un pi diffuso sistema Sprar stato condiviso dal palco anche da Marc Arno Hartwig, rappresentante italiano nella delegazione della Commissione europea. 

Un festival di contaminazioni
Intanto fuori risuonano ile note di una giovane street band di studenti, mentre in palazzo comunale si parla di profughi, richiedenti asilo e migranti. Sono i ragazzi dell'indirizzo musicale della scuola media cittadina Mazzoni e passano con i loro ottoni e tamburi per le vie del centro. Mediterraneo Downtown, che animer la citt  fino a domenica  anzitutto un racconto sulla cultura di questo mare che abbraccia, lega e contamina tanti paesi diversi. Si affronta ad esempio il tema delle nuove demografie o della salvaguardia dell'ambiente. Lo si fa con convegni, musica, arte, cinema e fotografia, tutti promossi da COSPE onlus, Comune di Prato e Regione Toscana in collaborazione con Libera, Amnesty International e Legambiente Italia. E' il terzo anno, dopo un numero zero e la prima edizione del 2017. Ma dall'immigrazione stamani si appunto partiti, con tre momenti e prospettive diverse: quella della tratta e dello sfruttamento lavorativo, quella del modello toscano di accoglienza diffusa e quella degli invisibili', ovvero i minori stranieri non accompagnati. Sul palco rappresentanti di istituzioni ma anche associazioni e comunit di accoglienza.

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Da buone pratiche a standard
"In Toscana conclude Bugli ci sono tantissime buone pratiche, portate avanti da associazioni e Comuni, molte finanziate anche con risorse regionali. Siamo orgogliosi di quelle buone pratiche, ma ora dobbiamo fare un passo avanti, rendendole lo standard. Partiamo dunque da quegli esempi ma ragioniamo di come estenderli". Sul palco diffusa la consapevolezza che il tema dell'immigrazione sia strutturale e vada governato: non si pu rifuggire o far finta di niente. Oppure, come ha stigmatizzato don Armando Zappolini del Coordinamento nazionale delle comunit di accoglienza, trattarlo andando "oltre le frontiere dell'umanit ".

Alla fine c' stato spazio pure per un richiamo al progetto della Regione "Lavoro sicuro", che in tre anni ha visto a Prato (e non solo) controllare a tappeto tutte le aziende cinesi del distretto tessile. "E' la dimostrazione dice Bugli che i controlli servono, e si possono fare. Abbiamo assunto pi di settanta ispettori della Asl, che hanno portato a pi di 10mila i controlli, e alla regolarizzazione di tante imprese, circa l'85 per cento. Il problema che gli ispettori della Asl non possono fare controlli sulla regolarit dei contratti di lavoro. Servirebbero anche molti altri ispettori del lavoro, e affronteremo infatti questo tema con il Ministero".