Cultura
17 febbraio 2011
9:30

Musei, Scaletti scrive una lettera al direttore del Corriere Fiorentino

"Cultura, se la coperta corta serve un tavolo allungato" il titolo con il quale Il Corriere Fiorentino ha pubblicato la lettera indirizzata dall'assessore alla cultura Cristina Scaletti al direttore Paolo Ermini. Ecco il testo integrale dell'intervento:

Caro direttore,

il cittadino che visita gli Uffizi, il Museo Bardini o la Specola non si chiede se i musei appartengano allo Stato, al Comune o all'Universit . Si attende semplicemente che la visita sia soddisfacente; si attende di poter usufruire di orari coordinati di apertura che non lascino vuoti nell'offerta, di trovare servizi efficaci di accoglienza (dal guardaroba al bookshop o ad una buona caffetteria) e, soprattutto, un'illustrazione nitida su quanto esposto attraverso strumenti informativi ed eventuali ausili multimediali a disposizione.

Si tratta di parte dei cosiddetti livelli minimi uniformi di qualit stabiliti dal Codice culturale dei beni culturali e del paesaggio e di cui, da pi di sei anni, si attende ancora il regolamento di applicazione. Il cittadino chiede questo. E un fatto basilare di cui spesso non si tiene conto. L'obiettivo pertanto quello di arrivare a un sistema di regole e standard di qualit condiviso da tutti i musei perch solo cos il patrimonio culturale pu essere esaltato e compreso nella sua interezza costitutiva. La card che (faticosamente) stata realizzata per un'offerta complessiva di una trentina di musei fiorentini - in Svizzera ne esiste una che riunisce oltre 600 musei del paese - un primo passo verso questa meta, ma non basta. Occorre proseguire decisamente su questa linea e operare secondo una visione di insieme che riporti, anche nella concretezza della realt quotidiana, quella unitariet di museo e territorio che stata ed ancora una caratteristica tutta italiana, ma rischia di rimanere solo nella letteratura sul tema.

Il nodo della Loggia di Isozaki verr affrontato e sciolto, si dice, solo dopo il completamento dei lavori degli Uffizi, ma preoccupa che non si avverta con trepidazione come la ferita di quell'eterno spazio da cantiere, aggredisca ogni giorno gli stessi Uffizi; come la funzione di incivilimento che custodi illustri e attivi del patrimonio culturale attribuiscono ai musei sia di fatto smentita proprio uscendo dagli Uffizi. Mi sembra che negli interventi apparsi in questi giorni sull'interpretazione del recente accordo tra Comune di Firenze e il governo, nella pur comprensibile esigenza di difendere le proprie posizioni, sia mancata la visione di insieme di cui, invece, abbiamo bisogno. Lo spostamento di denaro da un campo all'altro, se nel complesso le risorse per i beni culturali restano uguali, impone, quanto meno, di trovare il modo di affrontare i problemi che restano scoperti da una coperta che, peraltro, era gi corta. Non possiamo ignorarlo, come non possiamo sottovalutare l'importanza di un sapere, costruito giorno su giorno, di chi ha la responsabilit della gestione di un patrimonio ingente, quanto delicato. Allo stesso tempo non possiamo pretendere che i beni culturali siano chiusi in una specie di riserva preclusa a chi ha la responsabilit dell'amministrazione pubblica e il dovere, quindi, di fare una sintesi. Possiamo discuterne tutti insieme, intorno a un tavolo? La Regione Toscana, che ha responsabilit precise nella valorizzazione dei beni culturali, pronta a fare la sua parte.

Cristina Scaletti