Agroalimentare
11 dicembre 2015
14:52

Olio, Remaschi a Grosseto: "Valorizzare il prodotto e migliorare la competitività sul modello viticoltura"

FIRENZE - "Oro d'oliva: Le azioni per lo sviluppo, la tutela e l'innovazione della filiera olivicola italiana": questo il titolo dell'iniziativa che si è svolta  a Grosseto su iniziativa della Fondazione Il Sole.

All'iniziativa, patrocinata dalla Camera dei deputati, hanno partecipato fra gli altri il presidente della Commissione agricoltura della camera, Luca Sani, e l'assessore all'agricoltura della Regione, Marco Remaschi.

La coltivazione dell'olivo interessa in Toscana oltre 50 mila aziende agricole e più di 90 mila ettari di superficie, ma si tratta in prevalenza di piccoli appezzamenti. La superficie media aziendale infatti è di appena 1,83 ettari per azienda. Oltre alle aziende agricole sono presenti inoltre numerosi olivicoltori part-time e hobbisti che non producono per il mercato ma esclusivamente per un autoconsumo più o meno allargato (familiari, amici, conoscenti, ecc.) e per impiegare il tempo libero.

Il patrimonio olivicolo regionale è formato da oltre 15 milioni di piante, delle quali più del 90% è costituito da cinque varietà (Frantoio, Moraiolo, Leccino, Maurino e Pendolino) e, la parte rimanente, da 75 altre varietà minori.

La produzione di olio extravergine di oliva dell'annata 2015 in Toscana è stimata in circa 140-150 mila quintali e risulta qualitativamente buona.

La produzione regionale di olio di oliva rappresenta appena il 3-4% della produzione totale nazionale, ma spicca per la forte presenza di oli certificati IGP Toscano e DOP (Chianti Classico, Terre di Siena, Lucca e Seggiano). La quantità regionale di olio extravergine di oliva certificato come IGP e DOP rappresenta infatti ben il 35% della quantità totale certificata a livello nazionale.

A fronte di costi di produzione, mediamente assai elevati in Toscana, anche in relazione alle caratteristiche del territorio e degli oliveti, i prezzi di vendita, pur attestandosi, in particolare per le DOP e l'IGP, su livelli nettamente superiori a quelli dell'olio extra vergine di oliva italiano, sono comunque insufficienti, nella maggior parte dei casi, per assicurare un'adeguata redditività.

A fronte di questa situazione va sottolineato che l'olivicoltura possiede in Toscana un'elevata valenza ambientale, paesaggistica e di tutela idrogeologica.

"Per rilanciare il settore occorre dunque agire su più fronti – ha detto l'assessore Remaschi - sostenere l'olivicoltura a valenza ambientale e aumentare la competitività del settore, sia attraverso un contenimento dei costi che tramite la valorizzazione dei prodotti, rafforzando anche le attività di controllo da parte degli organismi competenti, al fine di contrastare l'illegalità ed eliminare dal mercato i prodotti irregolari. Accanto a tutto questo è necessaria una costante e mirata attività di ricerca, sperimentazione e di trasferimento delle conoscenze".

L'assessore ha inoltre illustrato le principali linee di intervento della Regione, anche grazie al programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, a sostegno del settore olivicolo e della produzione di olio extravergine di oliva in Toscana.

"Dobbiamo – ha concluso Remaschi – lavorare in sinergia in modo da valorizzare il prodotto toscano e garantire il giusto reddito ai produttori, tutelando e sostenendo la funzione ambientale e paesaggistica dell'olivo, sopratutto dell'olivicoltura tradizionale ed eroica." Il modello di riferimento, anche per il settore olivooleicolo pur con le dovute differenze, indicato dall'assessore, è quello già attuato con successo per il settore del vino.