Agroalimentare
18 maggio 2012
11:00

Olivo: in Toscana 100 mila ettari e 15 milioni di piante

FIRENZE - L'olivo diffuso in tutta la Toscana con circa 100.000 ettari di superficie coltivata, situati per il 90% in zone collinari o di bassa montagna e distribuiti prevalentemente nelle province di Firenze, Grosseto, Siena e Arezzo. Oltre 70.000 aziende coltivano olivi, ma il 43% di esse ha una superficie inferiore all'ettaro, il 60% inferiore a due ettari.

In Toscana ci sono oltre 15 milioni di piante, delle quali pi del 90% costituito da poche variet : Frantoio, Moraiolo, Leccino, Maurino, Pendolino e Olivastra Seggianese. Negli oliveti toscani sono presenti anche numerose altre variet : un immenso patrimonio genetico, selezionato e riprodotto localmente nel corso dei secoli, che forma con l'ambiente naturale un insieme inscindibile che, unitamente all'azione dell'uomo anch'essa frutto di secolari tradizioni, contribuisce a caratterizzare l'olio toscano.

Pi di 80 variet , molte a rischio di estinzione. Oliveti vecchi e scarsa resa

Al fine di salvaguardare questo patrimonio la Regione Toscana eroga sostegni per la conservazione di queste variet autoctone, molte delle quali a rischio di estinzione. Sono 87 le variet iscritte di cui 78 a rischio d'estinzione.

La parte pi consistente degli oliveti toscani deriva dal passaggio dalla coltura mezzadrile ad una forma pi specializzata ed ha sub to ripetute gelate. In particolare dopo la gelata del 1985, che distrusse quasi completamente il patrimonio olivicolo regionale, vi stato un recupero pressoch totale degli oliveti preesistenti, con cambiamenti anche nella struttura, i sistemi di allevamento e i rinfittimenti, ma senza un vero e proprio rinnovamento degli impianti.

La densit per ettaro risulta inferiore a quella ottimale e le piante hanno un'et mediamente assai elevata, in molti casi addirittura secolare.

Olivicoltura: in gran parte marginale e tradizionale. Solo il 10% intensiva

L'olivicoltura Toscana pu essere suddivisa in tre tipologie:

A) olivicoltura marginale (collina con pendenza superiore al 25%); B) olivicoltura tradizionale (collina tra il 10e il 25% di pendenza); C) olivicoltura intensiva

Circa il 30% degli olivi toscani rientra nell'olivicoltura marginale, il 60% in quella tradizionale, in quella intensiva solo il 10%. Gli olivi inpiantati nell'ultimo decennio rappresentano appena l'1,5-2,4% della superficie regionale a olivo. Circa il 90% delle nuobve piante viene dai vivaisti olivicoli di Pescia, uno dei principali distretti, a livello nazionale, per la produzione di piante di olivo.

Il dato medio toscano di produttivit di olio per pianta risulta molto basso: appena 1,2 Kg, come media degli ultimi dieci anni, nettamente al di sotto della media nazionale.

Prima regione in Italia per olio confezionato. Scarsa integrazione con la filiera agricola

La produzione complessiva regionale di olio di oliva, presenta un'ampia variabilit da un anno all'altro, e si attesta mediamente intorno ai 180.000 quintali annui, quantit relativamente modesta e insufficiente a coprire gli stessi consumi interni.

Per esempio nella campagna olearia 2003/2004 la produzione risultata particolarmente modesta (appena 110.000 quintali), mentre nella successiva campagna 2004/2005 stato raggiunto il livello produttivo pi alto degli ultimi dieci anni (276.000 quintali). Un'altra annata di grande resa stato il 2010 (circa 200 mila quintali), mentre il 2011 stato scarso (circa 150 mila quintali).

Sono oltre 400 i frantoi oleari (dei quali 360 attivi), distribuiti su tutto il territorio, che consentono una tempestiva lavorazione delle olive in un periodo di tempo sempre pi ristretto, con riflessi molto positivi sulla qualit dell'olio.

Rilevanti anche le aziende di confezionamento: la Toscana la principale regione italiana per quantit di olio confezionato, di gran lunga superiore a quello prodotto; tuttavia l'integrazione con la fase agricola della filiera in generale ancora assai scarsa.