Salute
Livorno
26 febbraio 2021
17:24

Ospedale delle Valli Etrusche, progetto pilota per il futuro

L'assessore Simone Bezzini fa il punto sul Presidio unico di Cecina e Piombino

Ospedale delle Valli Etrusche, progetto pilota per il futuro
L'assessore Simone Bezzini

“Per consentire agli ospedali di rispondere ai nuovi bisogni sanitari delle popolazioni è necessario promuovere sia l’integrazione verticale con i servizi territoriali, sia quella orizzontale attraverso reti che coinvolgano diversi ospedali. La collaborazione su scala locale consente di erogare assistenza coordinata ai pazienti con i bisogni più rilevanti, potenziando la presenza sul territorio di presidi di servizio”.

Lo afferma l’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini facendo il punto sul Presidio unico di Cecina e Piombino ("Ospedale delle Valli Etrusche").

“Questo orientamento - prosegue Bezzini - consentirà di affrontare sempre di più in modo innovativo il problema degli ospedali ‘in difficoltà’, anziché ridimensionarli, a tutto vantaggio del territorio. Creare stabili rapporti di collaborazione fra diversi ospedali per renderne sostenibile il mantenimento e la possibilità di assicurare risposte di qualità. Questi rapporti collaborativi possono assumere diverse forme e vi è un ampio consenso a favore dell’ipotesi che in futuro queste reti si svilupperanno ulteriormente, poiché garantiscono il migliore equilibrio fra mantenimento delle risposte, sostenibilità economica, integrazione fra i servizi”.

È in questo contesto, e cioè nella difesa della presenza sul territorio di presidi di servizio, che si inquadra la recente creazione del Presidio unico di Cecina e Piombino, che alla luce della prima fase di operatività, delle buone pratiche ma soprattutto delle criticità in essere offre alla Regione l’occasione per sviluppare un modello pilota con il quale testare soluzioni organizzative e gestionali per l’integrazione di servizi tra ospedali diversi e tra questi e il territorio, che potranno poi dare risposta al problema più ampio del mantenimento di livelli adeguati di attività nei diversi ospedali della rete. Un tema che non riguarda solo la Toscana ma è presente a livello nazionale.

“La direzione regionale dell’assessorato alla sanità è al lavoro per definire nel dettaglio il progetto – spiega l’assessore Bezzini - in collaborazione con la direzione e i tecnici della Ausl Nord Ovest ed esperti. Nel mese di marzo convocheremo un incontro con i sindaci dei Comuni della zona distretto Valli Etrusche, alla quale parteciperà la direzione dell’azienda sanitaria, per fare il punto sull’andamento del progetto e condividere prospettive e indirizzi futuri. L'obiettivo è superare la condizione attuale rilanciando la rete ospedaliera del territorio con un progetto pilota che sia modello di riferimento, dando così nuovo impulso ad una realtà che merita prospettiva, come giustamente più volte indicato anche dal consigliere Gianni Anselmi, che da tempo segue con attenzione la questione e che sta offrendo anche in questa fase il suo prezioso contributo".

Questi i punti chiave del progetto:

  1. Gestione delle risorse professionali: Sviluppo, in collaborazione con le Organizzazioni Sindacali, di soluzioni innovative volte ad incentivare una maggiore soddisfazione del personale coinvolto promuovendone una più ampia espressione professionale. Questo comporterà interventi di carattere normativo, anche in termini sperimentali, per affrontare con strumenti nuovi il problema ormai evidente del reclutamento del personale in ospedali più svantaggiati. È un tema su cui è in corso una riflessione avanzata che presto confidiamo conduca a una proposta di sistema.
  2. Modello di governance: Definizione di un nuovo modello di “governance” che identificherà chiaramente i livelli di responsabilità per l’erogazione ‘integrata’ delle cure negli ospedali della rete e le forme di tutela per il personale.
  3. Ridefinizione dell’offerta: Inviduazione di nuove modalità organizzative che consentano una maggiore circolarità dei professionisti per consentire la fruibilità anche in sedi più decentrate di risposte altamente specialistiche.

Relativamente agli interventi specifici per il potenziamento del Presidio unico di Cecina e Piombino, che si inseriranno nella cornice complessiva del progetto pilota, sono previste:

  • azioni straordinarie di ammodernamento delle strutture, con interventi edilizi ed impiantistici e per l’accoglienza (comfort aree di attesa, desk-office, ecc. e potenziamento risposte di front-line) in linea con i concetti più attuali del comfort ambientale e la promozione della funzione “curativa” degli ambienti sanitari;
  • la ristrutturazione del Pronto Soccorso di Piombino e di quello di Cecina;
  • la ristrutturazione del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura a Piombino;
  • lo spostamento in altri locali del servizio di elettrofisiologia e la realizzazione della 4ª sala operatoria a Cecina;
  • un investimento su nuove tipologie di servizi che aumentino l’attrattività del Presidio unico di Cecina e Piombino. Più nel dettaglio, per l’ospedale di Piombino sono previsti la realizzazione di un Centro per la Procreazione Medicalmente Assistita e di ambulatori per l’infertilità maschile, il potenziamento ulteriore dell’offerta chirurgica, in particolare dell’urologia, della ginecologia e dell’ortopedia. Per l’ospedale di Cecina sono previsti il potenziamento dell’ortopedia e della ginecologia. Per entrambi gli ospedali il rafforzamento delle dotazioni tecnologiche, in particolare di radiodiagnostica;
  • il potenziamento degli organici sia per quanto riguarda la componente medica che le professioni sanitarie e il personale di supporto;
  • il potenziamento del percorso nascita mediante:
  • la sperimentazione di un’equipe integrata per l’assistenza al parto con erogazione del servizio in entrambi gli ospedali del Presidio;
  • la riqualificazione strutturale delle sale parto;
  • la creazione di un Centro avanzato di simulazione per l’intero percorso nascita presso l’ospedale di Piombino.
  • Il complesso degli interventi illustrati sui due presidi cuba circa 9 milioni per quanto riguarda gli interventi strutturali e tecnologici e circa 4 milioni/anno per il personale.

“Queste azioni, unitamente allo sviluppo dei percorsi dedicati alle cure dell’infertilità, costituiscono anche il presupposto per la sperimentazione di un diverso modello organizzativo in grado di rispondere, salvaguardando gli aspetti della sicurezza della mamma e del bambino, alla riduzione del numero dei parti, nel rispetto dei principi a cui si ispira l’Accordo della Conferenza Stato regioni del 2010 e che quindi sarà oggetto di confronto con il livello ministeriale. Un modello che può dunque aprire una strada nuova per misurarsi, senza rinunciare alla qualità e alla sicurezza, con il fenomeno della denatalità, evitando una eccessiva concentrazione dei servizi in pochi centri e l’ampliamento dei divari territoriali” conclude Bezzini.