Economia
Cultura
23 novembre 2012
16:50

Per aiutare la cultura il pubblico non può fare a meno del privato. Nencini: 'Aiutiamolo'

PRATO - "Per sostenere, valorizzare e promuovere la cultura il pubblico non può fare a meno del privato. Anche perché per certi settori la spesa pubblica rischia praticamente di azzerarsi", annota l'assessore al bilancio della Toscana, Riccardo Nencini. "Una situazione – aggiunge - a cui purtroppo penso che dovremo abituarci per diversi anni". Ma sulla cultura bisogna investire e la cultura va aiutata. Magari con strumenti diversi.

L'assessore toscano, che l'anno scorso ha presentato una proposta di legge per consentire a chi investe in cultura di godere di sgravi fiscali, lo ha ripetuto stamani ad un convegno a Prato organizzato dall'associazione degli istituti di cultura italiani (Aici), la Fondazione Datini, l'Unione industriale e la commissione economia della cultura.

La cultura aiuta lo sviluppo, è stato detto più volte. Numeri alla mano, anche. La cultura non è né un peso né un orpello. "L'importante è non cadere in un errore, che in Toscana è forse anche più facile – avverte l'assessore Nencini -: quello di guardare solo ai tesori del passato, che certo vanno valorizzati ma non possono essere considerati una rendita infinita. Quello di non cullarsi con i tre secoli incredibili che vanno dal fiorino alla morte di Michelangelo, dal Duecento al Cinquecento". Occorre invece investire anche sulla cultura contemporanea. E serve per questo il mecenatismo, altra parola chiave ricorsa più volte nel convegno di stamani. "In fondo per secoli lo sviluppo della cultura è stato un fatto privato e non una funzione demandata allo Stato" ricorda Nencini.

La legge pilota della Toscana, approvata a luglio, aiutava appunto il mecenatismo prevedendo uno sconto sull'Irap, l'imposta sulle attività produttive, alle aziende che investono in cultura. "Un milione di minor gettito per la Regione, per iniziare – riassume l'assessore – in cambio di 5-6 milioni messi in circolo". Il governo ha però impugnato la legge per una questione di legittimità. "C'è stato qualche problema con gli organi di controllo – riassume Nencini, che svela come la prima proposta di legge prevedesse sconti anche per l'Irpef e non solo dunque per le aziende – ma il combattimento è ancora in atto e vogliamo portare a casa il massimo risultato". Come dire: qualche sconto per chi investe in cultura in Toscana rimarrà. Se non sarà possibile un credito d'imposta fino al 20 per cento di quanto investito, come prevede la legge toscana approvata e impugnata, si cercheranno strade alternative. Ma uno sconto ci sarà.