Infrastrutture e mobilità
24 ottobre 2013
9:52

Rossi a Repubblica: "C'è chi non vuole il polo aeroportuale toscano"

FIRENZE - "Sugli aeroporti non si torna indietro: 2000 metri come limite massimo per Peretola e sistema integrato Firenze-Pisa". Lo dice oggi in un'intervista a Repubblica-Firenze Enrico Rossi, secondo il quale l'ultima ipotesi di Enac (pista di Peretola a 2400 metri) è impraticabile dopo tanti anni spesi a cercare un equilibrio. "Qui c'è dell'ingenuità, o peggio", chiosa il presidente della Regione.

Di seguito il testo integrale dell'intervista (scaricabile anche come documento pdf):

Su Peretola altolà di Rossi
"No alla concorrenza tra Pisa e Firenze, la nuova pista sarà di 2 km"

AEROPORTI, il presidente della Regione Enrico Rossi non torna indietro: «Rafforzeremo le nostre strategie: i 2.000 metri come limite massimo per Peretola e il sistema integrato toscano con Pisa». Per il governatore «l'ultima teoria di Enac prevede un assetto per Peretola che entrerebbe in competizione con Pisa e noi non possiamo accettarlo dopo tanti anni a tanta fatica spesi nel cercare di trovare un equilibrio. Qui c'è dell'ingenuità o peggio».
 
di Ilaria Ciuti
 
«Noi andiamo con la variante che abbiamo adottato per la pista di 2.000 metri e la holding tra Firenze e Pisa. Anzi rafforzeremo ambedue le ipotesi», il presidente della Toscana Enrico Rossi non si sposta di un centimetro dalle sue convinzioni. Anzi, le rafforza.
 
Eppure la lettera di Enac, che prevede una pista di 2.400 metri invece di 2.000 sembrabuttare all'aria tutto.
 
«Appunto. L'ultima teoria di Enac prevede un assetto per Peretola che entrerebbe in competizione con Pisa e noi non possiamo accettarlo dopo tanti anni e tanta fatica spesi nel trovare un equilibrio e assumere una responsabilità».
 
Già ma che fare a questo punto?
 
«Risponderemo alle obiezioni di Enac punto per punto. Ma c'è un fatto che mi lascia stupefatto».
 
Quale, presidente?
 
«Eccolo, ce l'ho in mano. Guardi questo documento. E' lo studio fatto da Enac neanche un anno fa, a febbraio 2012. Lo studio sceglie, tra le varie ipotesi di pista, quella parallela convergente, la 12/30. E parla più volte di 2.000 metri: legga, legga. Li conferma anche con un disegno di pista, eccolo».
 
E' quello che voi avete accluso al Pit?
 
«Non solo abbiamo accluso il documento che per la precisione prevedeva 2.000 metri di lunghezza di pista più 240 metri per ognuna delle due fasce di garanzia in terra battuta, escludendo la pista di rullaggio. Ma su quel documento abbiamo costruito tutto il percorso fatto finora».
 
Già ma ora la situazione si è ribaltata.
 
«E questo è inspiegabile. Non solo c'è quello studio, ma sono andato decine di volte a Roma a parlare con Enac, le nostre carte le avevano viste tutte. Ora invece ci prescrivono 2.400 metri e la pista di rullaggio. Lo studio Enac prevedeva, con 2.000 metri, un numero minore di voli aerei e collegamenti araggio medio perun cityairport ben funzionante per tutta Europa integrato con Pisa. 12.400 metri farebbero atterrare a Peretola aerei di taglia più grande, che volano più lontano. La bretella di rullaggio raddoppierebbe il numero dei voli. Firenze entrerebbein conflitto con Pisa, si altererebbe l'equilibrio ambientale, l'integrazione Pisa-Firenze rischierebbe».
 
Allarmato?
 
«Sereno. Noi porcherie non ne facciamo. Andremo avanti sul progetto cui abbiamo tanto lavorato.Anzi, ho dato incarico ai miei uffici di rendere ancorapiù cogente ladelibera del Pit con i 2.000 metri e senza pista di rullaggio. Né la variante andrà in consiglio se non ci sarà la holding. Perché noi abbiamo fatto tutto questo in nome del sistema aeroportuale toscano».
 
Lei non cambia idea?
 
«No. D'accordo con Enac avevamo raggiunto con molta fatica un difficile ma buon equilibrio ambientale e di mercato di cui resto convinto. Finora ho parlato di concorrenza. Ma Firenze c'è anche una questione ambientale fondamentale: non si può creare una pista che via via si allunga».
 
E se Enac non cede?
 
«Noi andremo avanti con la pista di 2.000 metri. Ci voleranno gli aerei che ci possono volare. I progetti di strutture richiedono molto tempo non solo per essere fatti ma anche per essere condivisi e non si può cambiarli all'improvviso. Il nostro era di un city airport da 4 milioni e mezzo di passeggeri, non da 7».
 
Lei si dice stupito.
 
«Nessuno mi ha avvertito prima. Forse pensano di avere a che fare con un presidente della Toscana politicamente debole. Si accorgeranno che ho le spalle più grosse di loro».
 
Ma come spiega la lettera di Enac?
 
«O c'è ingenuità o c'è di peggio. Si starebbe lustri se i parametri di sicurezza dovessero cambiare in pochi mesi. Ne parleremo anche con il presidente del consiglio Letta e con il ministro alle infrastrutture Lupi che aveva apprezzato la capacità di fare sinergie della nostra regione. Non vorrei che ci fossero dietro spinte politiche che non vogliono che la Toscana abbia un polo aeroportuale integrato».
 
Spinte di chi?
 
«Chiunque può immaginare a chi andrebbero i guadagni e se il polo non si facesse. A coloro che non vogliono che la Toscana diventi il quarto polo aeroportuale italiano. 12.400 metri renderebbero Peretola un aeroporto simile a quello di Bologna, ambientalmente insostenibile per Firenze e non integrabile con Pisa».
 
Ha parlato con il sindaco Renzi?
 
«Per ora no».
 
E con il presidente dell'Enac Riggio?
 
«Ne ho molta stima come peraltro del direttore dell'Enac Cardi, lo farò, capirà. La variante che adotteremo sarà quella che abbiamo concertato con loro a febbraio scorso, dopo che sarà stata fatta la holding. Firenze avrà un city airport efficiente, bello, ambientalmente sostenibile. Non ci sarà concorrenza con Pisa. Si farà questo polo toscano che evidentemente ha dato noia».