Istituzioni
25 settembre 2012
11:04

Rossi a Repubblica: 'Soldi per gli alluvionati? Il governo ci dà garanzie'

L'intervista odierna di Simona Poli di Repubblica al presidente Enrico Rossi

Dal 1° ottobre sparirà l'accisa sul carburante per la Lunigiana alluvionata. Dove troverà i 25 milioni che mancano presidente Rossi?

«Confido nel governo».

Intanto però la Toscana ha anticipato i fondi.

«Abbiamo approvato una variazione di bilancio per reperire i 25 milioni necessari a ricostruire ponti, strade e scuole e poi ci siamo rivolti a Palazzo Chigi, dove sono certo che verrà presa in considerazione la nostra richiesta. So che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Catricalà, oltre ad avere un forte senso di giustizia, vuol bene alla Toscana ed ha a cuore la questione della ricostruzione. Confido molto in lui».

All'Elba però i privati lamentano ritardi sui finanziamenti.

«All'Elba noi abbiamo messo tutti i fondi necessari per gli interventi

di emergenza, quelli strutturali e più urgenti, per cui spendiamo circa 20 milioni. L'accordo era che i circa tre milioni fondi che sarebbero arrivati dal governo sarebbero stati messi a bando per i privati. Li abbiamo sollecitati, è anche nostro interesse iniziare al più presto le procedure di assegnazione».

Lo sblocco dei soldi per l'alluvione non è l'unica trattativa aperta con il governo. C'è pure il pedaggio della Tirrenica.

«Su questo abbiamo segnali positivi, sono stato a Roma la scorsa settimana e ho incontrato il sottosegretario alle infrastrutture Ciaccia e il ministro dell'economia Grilli: sta andando in porto la nostra richiesta di destinare almeno 15 milioni per la riduzione dei pedaggi sulla Tirrenica nel limite dei 45 chilometri. Era la condizione che avevamo posto per dare parere favorevole al tracciato. Per me è un obiettivo raggiunto».

La Regione ha garantito 21 milioni per completare il Teatro dell'Opera di Firenze. Non potevano servire per la Lunigiana?

«Quella è una partita completamente diversa, si tratta di fondi Fas che sono destinati agli investimenti e non possono essere utilizzati per le calamità naturali.».

Tra le questioni sul tavolo c'è anche la riorganizzazione delle Province. Lei ha fatto una proposta ma l'Anci non la segue.

«Intanto ho avuto da Grilli un segnale di apertura sul caso di Arezzo, che non raggiunge il parametro della popolazione fissato dalla legge in base al censimento ma lo supera in base ai dati anagrafici dei Comuni. Potrebbe restare capoluogo di provincia».

Non cominciano ad essere un po' troppe le Province salvate?

«Io ho detto la mia, posso essere forse stato intempestivo ma credo che una Toscana divisa in tre macroaree abbia un senso».

Manca la città metropolitana di Firenze nel suo progetto.

«Lo so, è un nodo da sciogliere e si dovrà trovare un modo per farlo. Ma la discussione va affrontata in modo sereno e non con i toni avvelenati di questi giorni. In attesa che si pronunci il Consiglio delle Autonomie Locali vedremo la proposta del consiglio regionale. Credo che al governo interessi dimezzare il numero delle Province, anche se avrei preferito che si cominciasse col dimezzare il numero dei parlamentari».

La politica non dovrebbe dare almeno questo segnale di svolta ai cittadini? Lo scandalo del Lazio lascia sgomenti.

«Su questo intendo dare battaglia finché avrò fiato in gola. Io viaggio in seconda classe e giro su una Punto a metano, non è vero che siamo tutti uguali. Ma vanno stabilite regole ferre su indennità, contributi e rendiconti, basta con questo andazzo. Gli stipendi devono essere equiparati a quello più basso e questo varrà anche per la Sicilia e le altre regioni a statuto speciale. Altrimenti l'onda dell'antipolitica travolgerà ogni cosa e questo non può essere tollerato. Giovedì lo dirò nella conferenza delle Regioni di fronte a tutti i presidenti».