Università e ricerca
13 febbraio 2015
16:49

Rossi ad Arezzo: "Toscana fondata dai Lorena, consigliati da Fossombroni"

AREZZO   Anche la storia ha avuto molta parte nell'incontro di stamani fra il presidente della Regione, Enrico Rossi, e gli studenti del Liceo Artistico, Coreutico e Internazionale, di Arezzo.
 
"Non c' in Italia ha detto Rossi -  un'altra regione come la Toscana, che si senta comunit , e nonostante il genius loci di ogni parte di questa terra, che giusto che ci sia e di cui bene andare orgogliosi, la Toscana una regione che i cittadini sentono come tale, facciamo comunit . Non come il Lazio, dove Roma quella che conta, o il Piemonte, dove Torino, la Toscana la Toscana e la costruzione di essa va ascritta ai Lorena, molto pi che ai Medici, che furono dominatori".
 
"Non a caso ha sottolineato Rossi -  i Medici costruirono fortezze nelle citt che avevano sottomesso, lo fecero ad Arezzo, ma anche in altre citt toscane, e questo stava a significare il dominio di una famiglia e di una citt sulle altre, il predominio della dominante sui dominati. I Lorena invece fondarono le basi della Toscana di oggi, il periodo che precedette la Rivoluzione Francese, il '700 dell'Illuminismo, fu importantissimo per la Toscana, e furono proprio i Lorena consigliati da Fossombroni, a bonificare la Valdichiana, che parte importantissima di questa provincia, ma che i Romani e i Medici volevano paludosa, per paura che le acque, finendo nel Tevere o in Arno, inondassero Roma o Firenze". 
 
"La Toscana ha osservato Rossi - conserva in molte sue parti questa immagine di terra strappata alle paludi e il governo dei Lorena fu decisivo per costruire quel senso di Regione che poi ha avuto un altro momento  fondamentale con la resistenza dopo la seconda guerra mondiale." E se la Toscana nel giudizio di Rossi stata fondata "Dai Lorena, molto pi che dai Medici, anche i Francesi giunti con Bonaparte erano dominatori".  
 
"Ma voi ad Arezzo ha concluso - con il movimento del Viva Maria avete avuto una reazione durissima e li avete cacciati, memori di quel vostro Vescovo (Gugliemino degli Ubertini ndr) che comandava le truppe".