19 aprile 2012
7:48

Rossi al 'Tirreno': 'Smantellare la Concordia a Livorno'

FIRENZE - Il quotidiano 'Il Tirreno' ospita oggi un intervento del presidente Enrico Rossi sulla Costa Concordia. La nave - dice tra le altre cose Rossi - non dovr essere smembrata, ma condotta integra, senza rischi ambientali, in un luogo attrezzato per lo smantellamento. E questo luogo deve essere il porto di Livorno.

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SMANTELLARE LA CONCORDIA A LIVORNO

di Enrico Rossi

Dopo la gestione dell'emergenza e la messa in sicurezza della Costa Concordia naufragata all'Isola del Giglio, imminente il via alle operazioni per rimuovere la nave dalla scogliera dove si incagliata. Lo scafo non dovr essere smembrato, nia risollevato e condotto ancora integro, senza rischi ambientali, in una localit attrezzata, per essere quindi smantellato. Questo luogo deve essere il porto di Livorno. Sono molte le ragioni che mi spingono a rivendicare con forza il diritto-dovere della Toscana a gestire, con le proprie strutture e risorse tecnologiche e professionali, l'epilogo, che mi auguro positivo, di questa tragica storia.

Chiarisco subito che non mi sto riferendo affatto al progetto che verr scelto e meno che mai alla ditta che verr incaricata di realizzarlo. Vengano scelti il progetto migliore e la ditta pi adatta.

Ma l'operazione deve svolgersi nella darsena livornese, che la pi vicina da raggiungere e che ha tutte le caratteristiche strutturali e tecnologiche per occuparsene.

Dopo aver dato prova, fin dai primi minuti della tragedia, di una straordinaria efficienza e capacit organizzativa, la Toscana non pu essere ignorata o messa da parte. Penso agli abitanti del Giglio, poche centinaia di persone che si sono prese carico di migliaia di naufraghi.

A quelli di Porto Santo Stefano, che hanno lavorato nell'emergenza risolvendo immensi problemi in poche ore, alle strutture della Protezione civile locale e regionale, al personale sanitario e ai volontari che si sono prodigati nell'assistenza, a tutte le forze dell'ordine, alle strutture e le istituzioni locali e statali, agli esperti e alle imprese che si sono impegnati nelle fasi successive all'emergenza, per il recupero delle vitti me, la messa in sicurezza dello scafo, la pulizia e il monitoraggio del mare.

Di questo straordinario impegno abbiamo avuto conferma e piena consapevolezza proprio nei giorni scorsi al Giglio, quando insieme alle istituzioni locali e alle autorit europee abbiamo fatto il punto della situazione ed avanzato nuove e incisive proposte per la sicurezza in mare e la prevenzione degli incidenti marittimi.

Ripeto: sia approvato il miglior progetto e venga affidato alla migliore ditta. Ma l'attivit va svolta qui, nel bacino attrezzato di Livorno, uno dei pi grandi porti del Mediterraneo. La Toscana ha sub to certamente un danno dalla tragedia, la stagione turistica ne risulter segnata se non compromessa. La Toscana ha il diritto di svolgere questo lavoro.

Se sar necessario mi rivolger alle pi alte cariche dello Stato, dal presidente della Repubblica, al presidente del consiglio, ai ministri competenti, che non hanno lesinato riconoscimento e apprezzamento per come la comunit regionale si comportata di fronte all'incidente. Sappiamo lavorare bene, lo dimostrammo anche nel 1988, quando proprio il porto di Livorno accolse il cargo tedesco Karin B con a bordo 168 contenitori pieni dei rifiuti tossici raccolti nella discarica di Koko in Nigeria. Allora fu il presidente Gianfranco Bartolini a mettere a disposizione la Toscana per un' operazione che nessuno voleva affrontare. Oggi la Toscana si fa avanti nuovamente per risolvere un' emergenza nazionale.