Emergenza e sicurezza
Protezione civile
Territorio e Paesaggio
16 novembre 2011
8:00

Rossi: 'Ambiente, ora divieti ferrei. Non chiederò più sacrifici ai toscani'

Diamo conto dell'intervista della giornalista Simona Poli al presidente Enrico Rossi pubblicata oggi sulla cronaca fiorentina di Repubblica.

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«Monti è lontano da me politicamente e culturalmente» dice Rossi. «Ma è un uomo autorevole, che ha fatto tornare in scena la politica e la sobrietà». Sono le dieci di mattina, il presidente della Regione sta per partire per l´Elba per una nuova ricognizione dei danni e un incontro con i sindaci dell´isola. Ma non è solo l´emergenza che lo preoccupa: «Quello che è accaduto a Marina di Campo e in Lunigiana potrebbe ripetersi. E io devo lavorare per impedirlo, in fretta», dice. «Servono nuove regole e divieti ferrei».

Le cosiddette "bombe d´acqua" non sono prevedibili a giudizio degli esperti, come può funzionare la prevenzione?

«La politica sull´ambiente deve compiere una svolta decisa, l´uso del territorio va completamente ripensato, non ci si può stracciare le vesti dopo ogni alluvione. Questa volta ho dovuto chiedere un sacrificio a tutti i cittadini toscani che per un anno pagheranno più cara la benzina. Ma una seconda volta non ci sarà, non pretenderò contributi di solidarietà senza prima aver imposto vincoli severissimi».

Vuol dire che la distruzione poteva essere prevista ed evitata?

«Voglio dire che si sono fatte case in posti dove non dovevano essere costruite. La maggior parte dei danni ad Aulla e in Lunigiana sono stati provocati dal fatto che sotto gli edifici c´erano garage e magazzini pieni di merci, devastati dalla furia dell´acqua. Tutto questo deve finire per sempre, è una follia».

L´iter delle leggi è lento, però. E le piogge non aspettano.

«Sarà un iter rapidissimo invece. Nella legge finanziaria che il consiglio regionale voterà tra breve ho inserito una serie di articoli che entreranno in vigore subito: niente più edificazioni in alveo, in golena, a dieci metri dal ciglio o dall´argine e soprattutto stop ai tombamenti dei fiumi. Nessun corso d´acqua verrà più chiuso, eccetto che per creare dei passaggi. Mulazzo è stata travolta per questo motivo. Nei fiumi e nei torrenti tombati in caso di piena la sezione idraulica non fa passare materiale e acqua, sono pericolosissimi. Bisogna cambiare passo e abituarsi a vivere nella cultura del rischio».

Intanto fate i conti della ricostruzione. Quanto costerà?

«Per la Lunigiana lo Stato ha stanziato 25 milioni e noi 57. Per l´Elba mettiamo a disposizione 5 milioni e mezzo di euro. Ho chiesto al governo la dichiarazione dello stato di emergenza, mi aspetto che contribuisca con un finanziamento almeno uguale al nostro. I primi rilievi ci dicono che servono almeno 15 milioni».

Cosa si aspetta la Toscana dal governo Monti?

«Che ridefinisca il patto per la salute, finanzi di nuovo il trasporto pubblico locale e discuta con Regioni e Comuni il patto di stabilità che blocca gli investimenti».

Lei ha detto che "in un paese normale quando cade una maggioranza si va al voto". Lo pensa ancora?

«Certo. Si sarebbe dovuti andare al voto ma non rischiando il fallimento e a questa emergenza ci ha portato Berlusconi. Mi ha fatto molto piacere sentire Monti parlare di lavoro, impresa, giovani, donne. Finalmente torna la politica e si cambia musica. Bobbio definiva la mitezza "la più impolitica delle virtù" e oggi invece dovrebbe diventare la più politica. Cambiare stile nella comunicazione è il primo passo per riaprire un confronto democratico al servizio del bene comune».