14 luglio 2011
12:34

Rossi: 'Basta con l'indifferenza burocratica di fronte alle guerre'

FIRENZE - "Non possiamo limitarci a registrare con burocratica indifferenza la presenza di tanti conflitti, a cui anche l'Italia partecipa. Dobbiamo mantenere vivo un anelito di pace". Cos si espresso il presidente della Regione Enrico Rossi, presentando il messaggio da lui inviato alle pi alte cariche dello Stato perch sostengano la proposta del vescovo di Tripoli, monsignor Martinelli, per un "cessate il fuoco" in Libia in occasione dell'imminente Ramadan.

"La stessa Nato ha proseguito il presidente ha nei giorni scorsi ventilato una ripresa delle azioni diplomatiche. Oggi ho avuto un colloquio telefonico con monsignor Martinelli, che si detto molto contento della nostra iniziativa. Mi ha anche raccontato che la situazione a Tripoli di grande sofferenza per la popolazione, anche per la scarsit e gli elevati prezzi dei generi di prima necessit e la carenza di benzina. Ci sono poi i tanti sfollati verso la Tunisia, mentre mancano forme di controllo su chi fugge versol'Italia, per cui nell'ordine delle cose un aumento del flusso dei migranti verso le nostre coste. La nostra una piccola iniziativa rispetto a una grande tragedia, ma significativa e rispettosa da una parte del dettato costituzionale sul ripudio della guerra e dall'altro dell'adesione del nostro paese alle organizzazioni internazionali".

Il presidente nazionale dell'Ucoii Izzedin Elzir ha giudicato positivo l'appello lanciato dal presidente Rossi. "Non eravamo d'accordo sull'intervento militare ha proseguito ma siamo fiduciosi che l'Italia possa svolgere un ruolo molto importante perch la Libia possa ritrovare la luce della pacifica convivenza e dei diritti umani. Speriamo che in un mese cos caldo le armi e le ostilit possano raffreddarsi".

Don Giovanni Momigli, intervenuto in rappresentanza della Curia fiorentina, ha sottolineato i due piani in cui l'iniziativa si colloca: "E' in continuit ha detto con il lavoro che abbiamo sviluppato insieme per l'accoglienza dei profughi e nello stesso tempo si colloca in un ambito in cui da pi parti si cerca di fare in modo che il negoziato e il dialogo prevalgano sulla violenza. Cogliamo una occasione religiosa ha concluso per ridare spazio alla diplomazia e alla politica".

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