26 ottobre 2015
16:38

Rossi ferma azione legale contro free-lance: "Ingiusto che paghi l'anello debole della catena"

FIRENZE "Abbiamo bisogno di un'informazione che faccia il suo lavoro con scrupolo e correttezza ed giusto che ognuno possa tutelare la sua immagine anche di fronte a un giudice. Ma non giusto che a pagare per eventuali responsabilit sia l'anello pi debole della catena, come troppe volte accade: il cronista, spesso free-lance per pochi euro al pezzo, piuttosto che l'editore, il direttore o comunque chi, contrattualizzato e magari con qualifiche pesanti, ha fatto determinate scelte".

 

E' con questa valutazione - che mette insieme un richiamo a un giornalismo professionale e deontologicamente corretto con la consapevolezza di una realt del lavoro nelle redazioni caratterizzata da un alto livello di precariato e da compensi iniqui che il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha deciso di ritirare l'azione per risarcimento danni nei confronti di una free-lance toscana, raccogliendo in questo senso un invito formulato dall'Associazione Stampa Toscana, in relazione alla difficile situazione economica e professionale della giornalista in questione. L'azione riguardava un articolo pubblicato sul quotidiano Libero e che riguardava i conti della Asl di Massa e Carrara.

 

"La decisione sottolinea Enrico Rossi ovviamente a prescindere da ci che stato detto e scritto su quella vicenda. Ma nonostante tutto non pu essere un collaboratore esterno a dover pagare per una linea editoriale o per un titolo. Credo che questa mia decisione manifesti un grande rispetto nei confronti del lavoro giornalistico e soprattutto nei confronti dei giornalisti pi giovani che, malgrado le loro qualit , fanno fatica a costruirsi una dignitosa prospettiva lavorativa. E' una realt che conosco, perch molti di loro li vedo alle conferenze stampa. E perch anch'io, in effetti, ho cominciato il mio percorso come giornalista, in tempi peraltro in cui i collaboratori erano trattati perfino meglio. La loro realt un caso esemplare di come meriti e capacit professionali non trovino ancora un adeguato riconoscimento in Italia. A editori, organizzazioni professionali, istituzioni, ciascuno per la sua parte, il compito di costruire un futuro diverso".