27 marzo 2013
11:34

Rossi su Repubblica Firenze: 'La nostra industria non è morta'

FIRENZE - L'industria toscana non è morta. Lo dice su Repubblica Firenze il presidente della Regione Enrico Rossi: pur in un quadro generale drammatico sul piano sociale e dell'occupazione, la Toscana non sta peggio di altre regioni. Anzi, la sul fronte dell'export è quella che più ha recuperato rispetto alla situazione prima della crisi. Oltre all'export c'è poi il turismo, che è sicuramente una voce importante. Ma per Rossi "difficilmente si può avere un terziario di valore se non c'è anche una sufficiente massa critica manifatturiera": la competitività dell'intero sistema sta nell'integrazione dei due settori. Quello che manca però, conclude, è una vera politica industriale nazionale. La vera grande assente di questi ultimi anni.

Ecco l'intervento integrale di Rossi pubblicato il 27 marzo 2013 sulla cronaca toscana di Repubblica:

"C'era chi dava per morta la nostra industria. La realtà e i dati smentiscono queste previsioni. Oggi la Toscana, pur in un quadro generale drammatico sul piano sociale e dell'occupazione, non sta affatto peggio di altre regioni. E questo nonostante ben 4 degli ultimi 6 siano stati anni di recessione. I recenti dati sull'export mostrano che la Toscana è la regione che più ha recuperato rispetto ai livelli pre-crisi. Le esportazioni nel 2012 sono cresciute del 13% rispetto a quelle del 2008 (escludendo l'export di oro con il quale sarebbero salite al 30%D), mentre in Lombardia solo del 2,7%, nel Veneto dello 0,7%, in Emilia Romagna del 4%, la media nazionale il 4,3%. A determinare questo effetto hanno contribuito la pelletteria, l'abbigliamento, il settore cartario, l'agroalimentare, molte produzioni della meccanica e della chimica. Questa Toscana mostra come, al fianco di prodotti tradizionali di alta qualità che resistono, vi siano anche produzioni che riguardano settori a più elevato contenuto tecnologico, un mondo di grandi, medie e piccole imprese integrate in sistemi produttivi complessi. Alcune riflessioni. Le prospettive di ripresa del nostro sistema produttivo sono largamente ancorate alla capacità di intercettare la domanda estera. Le esportazioni assieme al turismo - sono quindi una determinante per il futuro, così come i presupposti di innovazione, investimenti e produttività. Ciò ci riconduce alla centralità del manifatturiero. I fatti hanno mostrato che difficilmente si può avere un terziario di valore se non c'è anche una sufficiente massa critica manifatturiera: solo dalla felice integrazione dei due settori potrà crescere la competitività dell'intero sistema. Del resto la necessità di mantenere alto l'interesse sul manifatturiero è stata assunta dal governo regionale che, dall'inizio della legislatura, non solo si è premunito di rafforzare le misure di "emergenza economica", ma ha anche avviato una stagione di concentrazione delle risorse - a partire dai fondi comunitari - su bandi perla ricerca industriale, per servizi qualificati, l'internazionalizzazione delle imprese, valorizzando i distretti delle Pmi e intensificando gli interventi verso la media e grande impresa che si è rinnovata. Andando oltre l'ideologia del piccolo è bello. Da sottolineare poi la performance del turismo, che conferma un'antica vocazione della Toscana a cui guardare con nuovo slancio. Abbiamo sempre sostenuto l'idea di uno sviluppo moderno e sostenibile che tenga insieme il rilancio dell'industria con la tutela del paesaggio, delle città d'arte, vedendo in questa scelta un modo per indirizzare gli investimenti verso attività produttive fonte di nuovo lavoro. Certo tutto questo da solo non basterà: senza una ripresa della domanda interna e una diversa distribuzione della ricchezza sarà difficile possa riprendere l'occupazione. E questo chiama in causa la grande assente di questi ultimi anni: una vera politica industriale nazionale. Se la Toscana ce l'ha fatta è grazie ai suoi imprenditori, alle forze sociali, all'ingegno dei lavoratori, ai valori della sua storia, alle istituzioni che hanno scelto di supportare questa linea per far fronte alla crisi. Da qui dobbiamo ripartire per aprire una nuova fase del patto per lo sviluppo, basato su azioni puntuali e concrete".

Enrico Rossi

Presidente della giunta regionale toscana