Cultura
3 marzo 2012
10:49

Scaletti ai fratelli Taviani: 'Grazie per questa vittoria'

FIRENZE - "Sono molto emozionata e ringrazio con grande affetto i fratelli Taviani per avere scelto di fare qui a Firenze la prima proiezione pubblica del loro film. La vittoria che ci hanno regalato, dopo 21 anni che l'Italia non vinceva a Berlino, un'opportunit per tutti per uscire dalla crisi. Dobbiamo sostenere con forza che il cinema una declinazione alta della cultura e non pu essere assoggettata alle leggi del mercato". Con queste parole l'assessore alla cultura Cristina Scaletti ha accolto ieri sera sul palco dell'Odeon Paolo e Vittorio Taviani, nel corso della serata organizzata da Mediateca Toscana per la presentazione del loro film "Cesare deve morire", vincitore dell'Orso d'oro a Berlino, interamente girato nel carcere di Rebibbia, dove i detenuti rappresentano il "Giulio Cesare" di Shakespeare.

Prima nel corso dell'incontro con i giornalisti, poi davanti al pubblico che gremiva l'Odeon, Cristina Scaletti ha espresso profonda gratitudine per i due registi. "Con il loro film, i fratelli Taviani hanno espresso uno dei pi alti significati della cultura. Grazie a loro, Shakespeare stato per i detenuti il tramite per uscire dall'isolamento, riuscire a parlare, esprimere i loro problemi, sentirsi rappresentati. L'arte e la cultura aiutano a dire cose altrimenti indicibili. Paolo e Vittorio Taviani - ha detto ancora - hanno espresso la soddisfazione di aver girato un film all'interno di Rebibbia. Oggi parlare del carcere estremamente importante. Il loro lavoro d la spinta e l'entusiasmo a noi delle istituzioni perch film come questi si possano fare ancora, per rimettere in moto un circolo virtuoso e alimentare questo desiderio di cultura che non deve mai morire".

I due registi hanno sottolineato entrambi il loro forte legame con Firenze (Paolo: "Questo cinema fa parte dei ricordi della nostra infanzia. Qui abbiamo scoperto la mag a del cinema"; Vittorio: "Mi considero vostro concittadino, ho fatto il liceo qui, al Dante"). E hanno raccontato poi la straordinaria esperienza di girare un film dentro il carcere. "Siamo stati molto felici di prendere questo premio soprattutto per i detenuti, che si sono affidati a noi, considerandoci dei fratelli. E lo abbiamo dedicato a loro. La scoperta dell'arte stata per loro straordinaria e dolorosa al tempo stesso. Intepretavano sentimenti che avevano conosciuto. L'assassinio, la morte, la congiura, il potere, erano tutti eventi che appartenevano al loro passato".