Turismo Agriturismo
25 ottobre 2013
16:19

Scaletti scrive al Governo: "Occorre modificare la normativa sugli impianti a fune"

FIRENZE - "E' necessario che l'Italia riveda rapidamente la sua normativa in materia di impianti a fune, altrimenti il settore rischia di essere fortemente penalizzato con ricadute pesanti su economia e occupazione". 

E' questo il senso di una lettera che l'assessore al turismo della Regione Toscana Cristina Scaletti ha indirizzato ai ministri Lupi (infrastrutture), Zanonato (sviluppo economico) e Trigilia (coesione territoriale).

L'assessore ha chiesto al governo di modificare la normativa, in quella parte nella quale si prevedono rigide scadenze temporali alla durata degli impianti. Secondo il testo vigente (il decreto ministeriale 23 del 1985), al termine di quella che viene definita come 'vita tecnica' gli impianti devono essere integralmente sostituiti o sottoposti a radicali revisioni. Questo vuol dire che anche un impianto perfettamente manutenuto, funzionante e perfetto in termini di sicurezza rischi di essere smantellato con conseguenze molto onerose per chi lo gestisce. La richiesta dunque quella di adeguare integralmente la regolamentazione italiana a quella europea che al posto di un meccanismo rigido sulla durata prevede un sistema di verifiche sul 'reale' stato dell'impianto.

"L'applicazione tout court della norma vigente nel nostro Paese - scrive la Scaletti - fuorviante e onerosa. Fuorviante perch i parametri non tengono conto delle modalit in cui stato utilizzato l'impianto, e che possono o accorciare la vita tecnica (in caso di utilizzo intensivo o non corretto), o allungarla ( il caso delle annate di scarso utilizzo per mancanza di neve, ad esempio).
Onerosa perch al termine delle scadenze previste gli impianti devono essere integralmente sostituiti o sottoposti a gravose revisioni anche se continuano a rispettare i requisiti di sicurezza".

"Mi preme inoltre segnalare prosegue l'assessore - che la vita tecnica dell'impianto non uniformemente disciplinata sul territorio nazionale (ad esempio, il concetto di durata della vita tecnica non adottato nella Provincia autonoma di Bolzano)".

Ecco dunque le conclusioni di Cristina Scaletti: "Il mancato adeguamento in modo "integrale" alla regolamentazione europea e la mancata uniforme applicazione sul territorio nazionale della normativa in argomento, producono forti effetti distorsivi per la concorrenza a favore di regioni (italiane ed europee) che, essendo svincolate da queste regole, hanno oneri di ammortamento degli impianti molto meno gravosi e conseguentemente costi di esercizio maggiormente competitivi. E' necessario quindi un intervento rapido, per una questione delicata che, se non risolta, rischia di mettere in gravissima difficolt questo comparto del nostro turismo".