Salute
6 maggio 2011
12:00

Scaramuccia: 'Ospedale di continuità: per curare il paziente, non la malattia'

FIRENZE - "Nel nuovo Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale che stiamo costruendo proprio in questo periodo, e anche negli obietti vi regionali del 2011 c'è la riorganizzazione dei piccoli ospedali in strutture più connesse con il territorio: l'ospedale di Santa Verdiana a Castelfiorentino ne è un esempio vivente e, visto il coinvolgimento forte dell'Università, potrebbe fin da ora diventare il primo laboratorio in cui lanciare uno dei più innovativi messaggi del Piano: chiudere il cerchio fra ospedale e territorio e organizzare percorsi orientati per le persone". L'assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia è intervenuta stamani al convegno "La continuità nell'assistenza: la sfida ospedale territorio", che si tiene oggi e domani al Teatro del Popolo di Castelfiorentino, con la partecipazione di medici ospedalieri e di famiglia, infermieri, fisioterapisti, studenti universitari.

"Quello dell'ospedale di continuità - ha detto l'assessore Scaramuccia - è un modello innovativo di assistenza, che pone al centro il malato e non la malattia, e propone un processo di cura e assistenza che non si interrompe al momento della dimissione dall'ospedale, ma continua sul territorio, con una presa in carico da parte del medico di medicina generale e dei servizi territoriali. Un modello che richiede una collaborazione sempre più stretta tra l'ospedale e il territorio. I dati raccolti fino ad oggi hanno messo in evidenza il valore aggiunto di un'esperienza nella quale la sperazione esistente tra il momento specialistico e quello della medicina generale viene annullata attraverso il confronto e la formazione sul campo". Una formazione alla quale l'Università partecipa attivamente - al convegno sono intervenuti anche Alberto Tesi e Gianfranco Gensini, rispettivamente rettore e preside della facoltà di medicina dell'Università di Firenze -, con un coinvolgimento diretto: il Dipartimento dell'Ospedale della Formazione per la Continuità, costituito da professionisti appartenenti alla medicina interna, all'Università e alla medicina generale, insieme ai professionisti sanitari, sta svolgendo un ruolo di reale presa in carico dal punto di vista clinico e assistenziale ai malati che si rivolgono all'ospedale.

L'aumento dell'età media della popolazione si traduce in un aumento della complessità dei bisogni di salute, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche delle esigenze personali e sociali, per le quali è sempre più difficile trovare risposte adeguate da parte dei servizi. Ospedale e territorio hanno finora lavorato in modo separato e indipendente, quando non addirittura in contrasto. L'ospedale di continuità si pone l'obiettivo di rispondere alle esigenze sanitarie, personali e sociali, facendo lavorare in maniera integrata il personale ospedaliero con quello sul territorio. L'ospedale Santa Verdiana è un esempio concreto di questa modalità di assistenza: da 15 mesi sta lavorando alla sua riorganizzazione, verso un modello più correlato con il territorio e più rispondente ai problemi che non si risolvono dopo il primo accesso in ospedale (acuti), ma che restano invece presenti nella vita delle persone, con ulteriori accertamenti, terapie, disabilità (cronici). L'ospedale Santa Verdiana è organizzato così: medicina di continuità (38 posti letto), per i malati con problemi cronici riacutizzati o complessi, ma non critici; long term care (10 posti letto), per malati gravi con problemi neurovegetativi. Oltre alla degenza, nel presidio vengono svolte anche attività ambulatoriali specialistiche, diagnostiche, di day service (in sperimentazione due giorni alla settimana, per ridurre al minimo gli accessi del paziente ai servizi).