Ambiente
18 gennaio 2019
17:35

Si amplia l’albo degli alberi monumentali: inseriti altri 23 patriarchi dei boschi

FIRENZE – Si amplia l'albo degli alberi monumentali della Toscana. L'elenco dei "giganti vincolati" nato nel 2015, grazie all'ultima delibera di giunta ha inserito 23 nuovi esemplari che aggiungendosi ai 55 già censiti, porta adesso il catalogo a 78.

Da Pienza a Vecchiano, dall'Abetone a Follonica, le piante secolari in Toscana sono monumenti di biodiversità da tutelare "e rappresentano oltretutto un fattore di salvaguardia del patrimonio verde – spiega l'assessore all'ambiente Federica Fratoni - Conoscere e comunicare i "patriarchi dei boschi" non è solo un'azione di rilievo tecnico ma riveste un esempio di educazione ambientale e di rispetto per la natura che la Toscana ha per i propri cittadini nel presente ma soprattutto per il futuro".

Ci sono il pino di Colle di Crespina e Lorenzana alto 29 metri che con la sua chioma fa da custode alle case, l'abete bianco del bosco di Crocina all'Abetone, (46 metri di altezza e 5 di circonferenza), la Quercia delle Checche a Pienza, da 300 anni nel cuore della Val d'Orcia, già riconosciuta come monumento anche dal ministero dei beni culturali e per la quale c'è stata una sentita mobilitazione popolare perché fosse riconosciuta ufficialmente e inserita nell'albo d'oro.

"Esistono standard per ogni specie – continua a spiegare l'assessore Fratoni – ma una volta rispettati i criteri, possono essere molti gli elementi che ne sanciscono la monumentalità. Contano il valore storico, culturale, paesaggistico, perfino architettonico, la rarità botanica, la forma e il portamento. Non è un fatto esclusivamente di prestigio ma anche di tutela".

Nell'albo regionale che integra quello nazionale, ci sono il Cipresso di Monterey e il platano del Parco della petraia a Follonica. Un tasso, una roverella, un olivo, un leccio, un gelso nero e un cipresso a Bucine (Ar).

A Vecchiano, alla fagianella, c'è un gruppo di di cipressi calvi. Poi un cipresso di Fiumaccio, nel cuore di San Rossore. Il comune di Crespina è riuscito ad ottenere l'onore per i filari di cipressi secolari da cui sbuca la chiesetta barocca di San Ranieri e la villa di via Belvedere, una sughera di 15 metri, larga 4 vicina a un agriturismo. Sono monumenti poi 3 castagni, 2 faggi e un agrifoglio a Sambuca Pistoiese e un faggio a Capanne di Caprignana a San Romano in Garfagnana.

Un po' di storia

Fino al 2013 non esisteva una normativa nazionale che tutelasse gli alberi monumentali, la Regione Toscana tuttavia aveva già la sua legge 60 del 1998 per tutelarli. Si trattava di un elenco regionale compilato sulla base delle varie proposte dei Comuni che riconoscevano ad alcune piante criteri di monumentalità e ne chiedevano l'inserimento nell'elenco regionale.

Nel 2013 il Ministero dell'ambiente ha deciso di determinare a livello nazionale la definizione di albero monumentale quindi con la legge 10 del 2013 (articolo 7) ha dettato una definizione univoca di "albero monumentale" per tutta Italia.

Nel 2015 viene dato avvio alle operazioni di censimento sul territorio di tutta la Toscana, dopo una apposita convenzione sottoscritta dalla stessa Regione con il Corpo Forestale dello Stato, al fine di garantire ai Comuni il supporto tecnico necessario.

Nel 2017 arriva il censimento regionale e viene approvato il primo elenco nazionale che comprende tutti gli alberi monumentali d'Italia regione per regione.

La curiosità

Sono 5 i nostri "ambascitari verdi". Il Ministero delle Politiche agricole li ha appena inseriti negli "Alberi monumentali d'Italia", un grande volume con i migliori 100 esemplari di monumentalità del Paese. Cinque le piante toscane: la cipresseta simbolo del paesaggio della Val d'Orcia, che si staglia tra le colline di Triboli a san Quirico d'orcia; le sequoie gemelle del parco del Castello di Sammezzano a Reggello, alte 54 metri: il leccio davanti al Monastero dei Cappuccini a Montevarchi; il bagolaro di Terenzano a Fiesole e la quercia nel parco della Villa Carrara a Capannori.