Università e ricerca
23 luglio 2013
14:56

Stella Targetti: 'Niente trucchi sul diritto allo studio universitario'

FIRENZE - "No ad uno Stato che si ritira dai suoi doveri di garanzia del diritto allo studio. No ad un doppio canale di finanziamento del diritto allo studio, che rischia di creare tanta confusione e un'illusione ottica, facendo credere che ci siano pi risorse quando in realt ce ne sarebbero meno". Cos la vicepresidente della Regione Toscana, Stella Targetti, prende posizione sulle modifiche al sistema del diritto allo studio introdotte dall'articolo 59-bis del "Decreto del fare".

"Questo articolo spiega Targetti - prevede, a partire dal prossimo anno, l'istituzione di un 'Programma nazionale di sostegno allo studio degli studenti capaci e meritevoli', in pratica l'abbozzo di un nuovo canale di finanziamento del diritto allo studio che si aggiungerebbe a quello gi esistente definito dal decreto legislativo 68 del 2012 e che ha introdotto i Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) per il DSU. Oggi il diritto allo studio finalmente esigibile da ogni singolo studente e, a garanzia di ci , funziona un sistema integrato al quale partecipano nell'ambito delle rispettive competenze e cos come prevede il Titolo V della Costituzione lo Stato e le Regioni, alle quali, in particolare, la Costituzione affida l'esclusiva potest legislativa in materia. Il quadro prefigurato dal "Decreto del Fare" presenta forti criticit sia dal punto di vista normativo che finanziario. La confusione normativa che si creerebbe con l'istituzione di un doppio canale di finanziamento del DSU potrebbe avere l'effetto intollerabile di mettere in pericolo la grande conquista che tutti gli studenti abbiano la garanzia di veder riconosciuto il diritto allo studio. Un aspetto sottolinea Targetti che mette a forte rischio di incostituzionalit l'articolo 59-bis".

Il sistema integrato di diritto allo studio attualmente in vigore prevede per le borse di studio la concorrenza del finanziamento dello Stato, delle tasse degli studenti e delle Regioni. Spetta poi a Regioni e Universit , nella loro autonomia, prevedere interventi aggiuntivi ai Lep.

In Toscana, nell'anno accademico 2012/2013 sono state erogate 11.800 borse di studio, garantiti oltre 4500 posti letto e forniti 3,8 milioni di pasti. Non solo: per l'anno accademico 2013/2014 si arriver a garantire la borsa di studio a circa 1000 studenti in pi grazie all'innalzamento della soglia Isee da 18mila a 19mila euro e ad erogare circa 2000 borse servizi in pi (servizio mensa gratuito e parziale rimborso del costo di abbonamento per il trasporto), aumentando anche gli importi. A fronte di questo impegno di regione e Universit , il Fondo integrativo statale pari a 160 milioni di euro nel 2013 sar per il 2014 pari a zero.

"Il nuovo canale di diritto allo studio abbozzato nel "Decreto del Fare" - spiega Targetti - viene invece finanziato con una quota del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) spettante alle Universit per una cifra pari a 274 milioni di euro. Cos si ottiene un doppio effetto negativo: da una parte si toglie alle universit una parte dell'Ffo appena e faticosamente riconquistato, dall'altra si sancisce la deresponsabilizzazione finanziaria dello Stato in materia di DSU. L'errore politico che sta dietro questo emendamento prosegue l'idea che il il diritto allo studio possa ridursi ad un bancomat, cio alla sola erogazione monetaria delle borse di studio. E' invece un sistema di servizi ed investimenti (alloggi, mense, strutture dedicate) che le Regioni portano avanti da anni, anche con fondi propri, per garantire che il diritto allo studio sia un effettivo diritto di cittadinanza per tutti gli studenti. Il nuovo sistema cos come disegnato dall'articolo 59-bis conclude - ci farebbe fare un passo indietro, facendo tornare il DSU un diritto per 'pochi e fortunati'. Per questo faremo ogni sforzo perch il Parlamento non proceda ulteriormente su questa strada sbagliata".