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3 dicembre 2013
11:49

Tragedia di Prato, Rossi al Tirreno: "Le 5 proposte che porterò a Letta"

FIRENZE Il riscatto di Prato e della Toscana in cinque punti che Rossi presenter a Letta. Dopo la tragedia nella fabbrica di confezioni, il presidente della Regione convinto che con tenacia ed intelligenza si pu rovesciare una situazione critica e trovare l'energia del riscatto. Rossi lo scrive in un intervento pubblicato stamani dal Tirreno, di cui proponiamo il testo integrale:

Le 5 proposte che porter a Letta

In altri momenti della sua storia la Toscana riuscita, con la sua intelligenza e la sua tenacia, a rovesciare una situazione critica, a trovare l'energia per un riscatto.

Questo il sentimento che oggi, insieme al dolore per i morti di Prato, ci deve animare: la volont di lavorare per trasformare una realt di sfruttamento e schiavit in un una grande occasione di crescita, di sviluppo e di integrazione.

Per farlo occorrono coraggio e la capacit di vedere con chiarezza quello che sotto i nostri occhi e che solo uno sguardo troppo a lungo disattento e rest o ci ha oscurato. Il distretto delle confezioni cinese di Prato agisce in una specie di extraterritorialit , una sorta di delocalizzazione alla rovescia, dalla Cina al macrolotto. Qui non esistono regole e tutto si basa essenzialmente sullo sfruttamento brutale dei lavoratori con paghe di un euro all'ora, stipati come topi nei soppalchi dormitorio dei capannoni, dove si lavora e si vive in condizioni che sono al di sotto dei fondamentali diritti umani, in condizioni di vera schiavit . Insomma nella Chinatown pratese siamo di fronte ad una vera e propria emergenza umanitaria.

Nel calderone del macrolotto c' di tutto: sfruttamento brutale, economia al nero, una rendita enorme legata agli affitti dei capannoni, un pesante racket dell'estorsione a cui sono sottoposte le stesse aziende cinesi.

Questa situazione non si risolve affrontandola solo sul piano sociale, con interventi pur necessari di integrazione, sulla scuola e sanit , gi sviluppati a buon livello, n semplicemente sul piano repressivo. Ricordo, nel 2009 i peana con cui molti salutarono l'arrivo di 51 militari in divisa.

Grida nel vento, la cui eco stata spazzata via rapidamente, come il fumo del rogo di domenica.

Il riscatto di Prato e della Toscana passa per un Piano nazionale strutturato, da costruire con il governo, che deve esercitare tutti i suoi poteri investendo la politica estera, della sicurezza, e con iniziative legislative sul piano fiscale e industriale.

Ho chiesto al presidente del Consiglio Letta un incontro con l'obiettivo di definire entro tre mesi un accordo di programma che preveda tutti gli interventi necessari ad avviare questa bonifica, riconversione e integrazione.

Per prima cosa, il governo cinese deve essere chiamato in causa sia per costruire accordi in materia di lotta alla criminalit , sia per contrastare e concertare la concessione dei visti in uscita dalla Cina eliminando quanto pi possibile il fenomeno della clandestinit .

Poi: la presenza dello Stato a Prato in tutte le sue articolazioni deve essere rafforzata, per esercitare il controllo della legalit in maniera costante e intelligente.

Terza questione: occorrono interventi legislativi che in tutta l'area interessata al fenomeno consentano di esercitare un pi rigoroso controllo sugli affitti e sulle cessioni.

Quarto: occorrono politiche per favorire l'emersione economica e aiutino gli imprenditori che vogliono mettersi in regola.

Infine, tutta l'area del distretto deve essere oggetto di un pesante intervento di ristrutturazione urbanistica e territoriale, integrando alle funzioni produttive, funzioni commerciali e abitative.

Cos Prato, la Toscana e l'Italia potranno avere il pi grande distretto delle confezioni d'Europa, che prender la sua forza da una struttura industriale, sociale ed urbana degna di un paese civile.