22 gennaio 2019
8:00

Triangoli

Un numero e un triangolo al posto del nome. Un numero e un triangolo su una divisa zebrata a strisce bianche e blu.

Un triangolo colorato distingueva tra loro i diversi tipi di prigionieri nei lager, accomunati dall'essere considerati da nazisti non omologati e non conformi alla società che volevano costruire.  C'erano triangoli rossi, verdi, celesti, viola, rosa, neri, bruni, gialli e bianchi. Cos riconoscevi subito un prigioniero politico da un criminale comune, un emigrante, un testimone di Geova, un omosessuale, un rom o sinti, un ostaggio o un presunto asociale, che poi per un nazista era tale anche solo un licenziato o un musicista di strada. Era un pericoloso asociale anche solo chi suonava o ascoltava i primi dischi di jazz, musica di neri e per Hitler e il nazismo musica dunque di 'sotto uomini'. Così tra i deportati, quelli destinati ai campi dove una qualche possibilità di 'recupero' ancora c'era, finito anche un gruppo di giovani swinger berlinesi. Perché in un regime totalitario pericoloso non solo chi quel regime apertamente combatte, ma ance chi non si uniforma alla sua visione del mondo.

Una riga dello stesso colore si aggiungeva sopra al triangolo, per i recidivi. Gli ebrei avevano due triangoli che si sovrapponevano, una capovolto rispetto all'altro a formare una stella di David a sei punte. Ad eccezione di tedeschi e austriaci, nel triangolo si trovava anche la sigla della nazionalità del prigioniero.