Istituzioni
17 luglio 2015
15:11

Uffici postali, Rossi: "Trattativa vera a Roma o rivedremo rapporti con azienda"

FIRENZE - Sugli uffici postali e i cinquantanove sportelli a rischio chiusura in tutta la regione la Toscana reclama e attende un tavolo di trattativa vero, con gli occhi rivolti a Roma e al Governo. "Possiamo per aspettare una settimana, non di pi chiarisce il presidente  della Toscana Enrico Rossi, che scriver al Governo e ai vertici di Poste -. E se alla fine dovessimo prendere atto che le Poste, azienda pubblica, sono un'azienda privata come le altre, vorr dire che ci muoveremo di conseguenza: non dando per scontato il rinnovo e rimettendo in discussione quando possibile tutte le convenzioni che abbiamo con Poste e che, direttamente e indirettamente, fruttano all'azienda sei milioni e mezzo in un anno".  

Insomma, se la scelta sar solo economica la Toscana minaccia il muro contro muro; e buona parte di quei 6 milioni e mezzo che Poste guadagna potrebbe da subito finire altrove. Per Rossi il gioco di Poste Italiane chiaro e parte da l per spiegare ai giornalisti convocati a Palazzo Strozzi Sacrati l'atteggiamento che la Regione terr nella vicenda.

Poste, azienda pubblica ancora di propriet al cento per cento del Ministero dell'economia, ha annunciato nelle scorse settimane cinquantanove chiusure. Un piano poco diverso da quello presentato all'inizio dell'anno e da dispiegare entro sessanta giorni. Un piano particolarmente pesante per la Toscana, che di uffici ne conta 973 e gi ha pagato la razionalizzazione negli anni scorsi con molti sportelli di piccoli paesi che hanno tirato gi la saracinesca.

"Ci avevano promesso di aprire un tavolo che non mai stato convocato ricostruisce Rossi - . Avevano sospeso il programma di chiusure e poi, subito dopo le elezioni, sono ripartiti alla carica". "Noi per non abbiamo cambiato idea e siamo agguerriti quanto prima e pi di prima" spiega.

Rossi scrive al Governo e a Caio
Il presidente annuncia che scriver gi oggi al Governo e all'amministratore delegato di Poste, Francesco Caio. Scriver per chiedere un tavolo di trattativa vero. "Ma non a Firenze sottolinea bens a Roma, perch il problema non solo toscano. Chiediamo che venga convocato anche velocemente, nell'arco di una settimana".

Per Rossi la Toscana non pu assolutamente sopportare la chiusura di cinquantanove uffici in paesi di montagna o piccole frazioni. "Non se lo pu permettere dopo le chiusure che ci sono gi state e a cui la Regione ha supplito aprendo gli sportelli "Ecco Fatto", con un servizio sostitutivo. C' una convenzione tra Stato e azienda pubblica che deve essere garantita" dice.

"Chiudete i conti con Poste, se gli uffici non saranno salvati"
Il primo passo dunque quello di attendere un intervento da Roma. Se poi niente si muover , ne saranno tratte le conseguenze. Rossi si rivolge anche ai cittadini, chiamandoli a raccolta. "Chiederemo ai toscani conclude di essere solidali con gli anziani lasciati soli nei paesi dove gli uffici postali tireranno gi i battenti e li inviteremo a chiudere conti e libretti che hanno presso Poste. A partire dal libretto che ha mio padre e che gli suggerir di chiudere".

Anci propone un modello di sportello diverso
Alla conferenza stampa era presente anche Sara Biagiotti, presidente dell'associazione dei comuni, e c'erano un paio di sindaci coinvolti dalle chiusure minacciate. "Le amministrazioni comunali saranno solidali e faranno la loro parte dice Biagiotti Parte delle convenzioni con Poste sono obbligate, altre possono essere negoziate. Soprattutto vorremmo costruire un modello di sportello diverso, polifunzionale ed aperto anche ad altri soggetti e servizi. Per questo chiediamo un tavolo di confronto con Poste".