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Pisa
17 novembre 2020
13:24

Un Ponte senza età: quando sono i nipoti a prendersi cura dei nonni

Parte il progetto di Montescudaio: video, biografie e corsi di cucina contro l’isolamento e per favorire l’aggregazione sociale.

Un Ponte senza età: quando sono i nipoti a prendersi cura dei nonni

Si chiama “Un ponte senza età” il progetto finanziato dalla Regione Toscana e che vede protagonisti i nipoti e i nonni di Montescudaio. Si propone di contrastare la vulnerabilità della popolazione anziana del territorio della Bassa Val di Cecina.

 

Gli attori principali sono gli alunni delle due classi terze della scuola secondaria inferiore “Griselli” di Montescudaio, che si sono assunti un compito da far tremare le vene dei polsi: vincere l’isolamento sociale, garantendo una risposta integrata ai bisogni socio-relazionali degli anziani attraverso una cultura della solidarietà e il coordinamento di interventi specifici.

 

Ma i ragazzi non si sono persi d’animo e, insieme ai loro insegnanti, hanno pensato di realizzare un video in cui i nonni possano esprimersi e raccontare le loro esperienze e di partecipare ad un corso di cucina povera, così da sfruttare, con l’aiuto di un cuoco locale, le abilità delle nonne ai fornelli.

Nel frattempo il Covid ci ha messo lo zampino, ma i ragazzi non si sono scoraggiati e hanno pensato di iniziare i contatti con una serie di interviste telefoniche, in attesa di poter “accorciare le distanze” con i nonni.

"È un progetto con un valore sociale e culturale importante - spiega l’assessora regionale all'istruzione, Alessandra Nardini - per questo lo abbiamo finanziato. Mai come adesso abbiamo bisogno di costruire ponti e collanti dentro le nostre comunità e di prevenire la solitudine e l'isolamento. Questa iniziativa, che rappresenta anche un modo di fare scuola innovativo e immerso nei contesti sociali, va in tale direzione poiché collega le generazioni, le mette in relazione e le fa dialogare, stimolando inoltre l'attività creativa dei giovani. Va a tal proposito sottolineata la parte che riguarda la cosiddetta 'Bottega della memoria', che prevede il coinvolgimento anche di studentesse e studenti delle medie superiori come veri e propri biografi, raccogliendo vicende di vita degli anziani del territorio e rendendo patrimonio collettivo le radici e le storie della comunità a cui appartengono".

Il progetto sta per iniziare ed andrà avanti fino a marzo, quando verranno presentati i risultati di tanto impegno.

“Ben vengano – aggiunge l’assessora regionale al sociale, Serena Spinelli – tutte quelle iniziative che si pongono l’obiettivo di contrastare l'isolamento e la solitudine delle persone anziane. Mi pare che da questo punto di vista sia prezioso il rapporto che il progetto si propone di stabilire tra loro e i giovani studenti, facendo del rapporto tra le generazioni e della trasmissione dei saperi un elemento di inclusione e coesione sociale. Ringrazio quindi le istituzioni e le associazioni coinvolte nel progetto di cui vedrò volentieri gli esiti finali”. “Un ponte senza età” ha come capofila l’Arci della Bassa Val di Cecina che, assieme al Comune di Montescudaio si occuperà della mappatura dei bisogni esistenti sul territorio identificando le situazioni di isolamento e organizzando forme di aggregazione sociale capaci di coinvolgere anziani e popolazione locale e di stimolare il rafforzamento dei legami sociali e il mutuo-aiuto.

“La memoria di una comunità – osserva la sindaca di Montescudaio, Simona Fedeli - è il suo bene piu' prezioso . Per questo motivo siamo orgogliosi di presentare questo progetto, che vede protoganisti i nostri anziani, nell'obiettivo di lasciare una importante testimonianza alle giovani generazioni attraverso un racconto identitario . La narrazione, creata attraverso video e interviste dei ragazzi raccontera' come le donne e gli uomini del secondo dopoguerra vivevano nel paese. Attraverso la ricostruzione dei mezzi di sostentamento del tempo, dei diversi ruoli all'interno della famiglia delle donne e degli uomini, della fisionomia dei luoghi, sara' valorizzato e tramandato il valore storico, culturale e identitario della nostra comunita' , creando un ponte intergenerazionale dei saperi , ma soprattutto del vissuto di una comunita' rurale toscana , in un'Italia dilaniata dalla guerra. Il periodo che stiamo vivendo talvolta viene paragonato a quello. Sara' interessante riflettere con i ragazzi anche da questa prospettiva , facendo loro comprendere che i sacrifici di oggi sono di ben altra natura rispetto a quelli dei giovani di allora.”.

Il progetto ha una funzione educativa intergenerazionale, permetterà di valorizzare i vissuti, gli antichi mestieri, gli stili di vita e le tradizioni in particolar modo culinarie delle famiglie contadine del primo dopo guerra, aumenterà la conoscenza del passato negli studenti oltre che stimolarne la creatività artistica, favorirà il confronto e stimolerà i legami tra giovani ed anziani.

“I numerosi Circoli presenti e diffusi sul territorio – spiegano i dirigenti dell’Arci della Bassa Val di Cecina - sono un presidio sociale che accoglie le donne e gli uomini della terza età e li difende dalla marginalizzazione e dalla solitudine, crea condizioni di socialità e svago che aiutano il mantenimento dei rapporti personali, anche nei piccoli centri. E’ stato quindi naturale promuovere, insieme al Comune di Montescudaio, questo progetto di riscoperta e trasmissione della memoria, che faccia da testimone e da congiunzione fra le vecchie e le nuove generazioni. Un messaggio di speranza contro l’incertezza del futuro”.

Quando la situazione lo permetterà verrano organizzati anche momenti d’incontro dove gli anziani mostreranno le vecchie lavorazioni (delle corde, del ferro) che ormai stanno scomparendo ed insegneranno agli studenti ricette tradizionali della cultura contadina dell’epoca.

A primavera è in programma un evento finale durante il quale si cercherà di invitare le istituzioni e la cittadinanza locale per la presentazione del documentario. Agli studenti il compito finale di preparare i cibi secondo le ricette che avranno nel frattempo appreso.

La Regione Toscana ha finanziato il progetto attraverso un contributo di 5.800 euro.