Ambiente
Consumatori
Istituzioni
18 aprile 2018
18:13

Venti chili di plastica raccolta in mare da ogni peschereccio, al via il progetto "Arcipelago pulito"

LIVORNO Poco prima delle una del pomeriggio, diciotto miglia al largo di Livorno, un'ora abbondante di viaggio ad andatura sostenuta, i pescatori dell'Anastasia tirano su la penultima rete della battuta di pesca iniziata a mezzanotte. A babordo c' la Gorgona, a tribordo l'isola di Capraia. Sul ponte del peschereccio sventola la bandiera del progetto "Arcipelago pulito". E tra sanpietri e sugarelli, scampi, qualche sardina, rombi e perfino un polpo, dalla rete a strascico schizzano via bottiglie di plastica, il presunto sterzo di un motoscafo, una vecchia tanica, una torcia da sub, fasce di plastica, sacchi e buste, alcune quasi nuove, altre a pezzi, molte incrostate dal tempo e dalle conchiglie.

Non un bello spettacolo. Il mare, si sa, purtroppo pieno di rifiuti. Ma da qualche giorno lo specchio d'acqua di fronte alla citt labronica, area di assoluto pregio ambientale, pi pulito. Grazie anche ai pescatori. Non il primo progetto nel Mediterraneo sul problema della plastica dispersa in mare. Ma se altrove ci si concentra soprattutto sulla ricerca uno studio stato presentato ieri all'Universit di Siena, finanziato con 5 milioni dall'Unione europea l'esperimento toscano ha un valore aggiunto praticamente unico. E' infatti il primo ad aver strutturato una vera e propria filiera che va dalla raccolta in mare fino al trattamento ed eventuale recupero dei rifiuti in un impianto idoneo. Un progetto che nasce all'insegna della collaborazione, pubblico e privato insieme, in testa la Regione. "Un esperimento - spiega l'assessore alla presidenza della giunta toscana, Vittorio Bugli che pu diventare un modello, che fa bene all'ambiente ma anche all'economia". "Non infatti solo un progetto sperimentale racconta Abbiamo visto che utile, funziona e ha senso pratico. Certo ora va strutturato e reso ancora pi efficace, ma gi un esempio di economia collaborativa e circolare, un tema al centro dell'agenda di questa giunta regionale".

Barche in mare da quattro giorni
Presentato un mese fa, il progetto "Arcipelago toscano" dal 13 aprile entrato nel vivo e da quattro giorni una mezza dozzina di barche della cooperativa labronica, poi saranno una decina, tornano in porto cariche di pesce e plastica. Per ciascuna stimano una ventina di chili di rifiuti ogni giorno. "Il tre per cento del pescato" racconta Michele, il capitano del peschereccio. Naturalmente non tutta plastica: la plastica alla fine anche la parte pi leggera. E stamani, su una motovedetta della Capitaneria di porto, a seguire da vicino i lavori c'era, con il contrammiraglio Tarzia, anche l'assessore Bugli.

"Il mare casa nostra e ognuno tiene a tenere pulita la propria casa" raccontano i pescatori. Semplice. Quasi ovvio. Finora per non poteva essere cos . Per una norma infatti non chiarissima e a causa di un vuoto normativo il pescatore che tornava in porto con plastiche assimilabili a rifiuti speciali ne diventava responsabile. Le avrebbe dovuti smaltire a proprie spese. E cos erano costretti a rigettare in mare quello che pesce non era. A risolvere il problema, con un accordo intanto di programma, ci ha pensato l'intesa siglata tra la Regione Toscana, il Ministero dell'ambiente, l'Unicoop Firenze e numerosi altri soggetti, da Legambiente all'Autorit portuale del Mar Tirreno Settentrionale, da Labromare che la concessionaria per il porto di Livorno per la pulizia degli specchi acquei portuali alla Direzione marittima della Toscana, fino l'azienda di raccolta dei rifiuti Revet e la cooperativa appunto di pescatori.

Il cassonetto in banchina
Ora ogni nave ha a disposizione un sacco dove raccogliere i rifiuti plastici, che al rientro in porto vengono depositati in un apposito contenitore sulla banchina, che Labromare poi svuota e porta in un impianto a Pontedera dove i rifiuti vengono analizzati e classificati per essere successivamente destinati al riciclaggio o allo smaltimento.

Un lavoro di squadra
Sul corretto svolgimento delle operazioni in mare vigila la Guardia Costiera, che da subito ha sposato l'iniziativa. Legambiente offre il proprio contributo in termini di esperienza scientifica. Unicoop Firenze partecipa mettendo a disposizione del progetto i fondi ricavati dal centesimo che soci e clienti, per legge, dall'inizio dell'anno devono pagare per le buste in mater-b dell'ortofrutta. Lavora anche per sensibilizzare il consumatore. Ed altrettanto faranno Legambiente e Regione. I pescatori continuranno a fare i pescatori, puntuali come sempre, anche oggi, per la quotidiana asta alle quattro e mezzo del pomeriggio. Ma saranno finalmente contenti di poter pulire la loro casa, il mare, che poi la casa di tutti.

Una possibile buona pratica nazionale
L'esperimento durer sei mesi e per ora interessa solo Livorno: trecento chilometri quadrati nel cuore dell'Arcipelago toscano e del Santuario dei cetacei, lungo la costa verso Grosseto. Ma nel prosieguo il progetto potrebbe essere replicato altrove: a Piombino, all'isola d'Elba e Capraia, forse anche fuori Toscana. In Italia del resto un progetto di assoluta avanguardia: nel mondo di simili ce ne sono solo in Canada e nord Europa."Il Ministero dell'ambiente uno dei partner, quindi speriamo di farne una buona pratica nazionale" dice Bugli. "Partiamo con la plastica spiega ma non vorremmo fermarci l . Anzi, il nostro obiettivo la modifica della normativa, per far s che i pescatori possano raccogliere e non ributtare in mare anche altri rifiuti che possano rimanere impigliati nelle loro reti: dal ferro all'alluminio, al legno, meno presenti senz'altro della plastica ma altrettanto negativi per il nostro mare e per l'ecosistema".

Un mare di rifiuti
Quello dell'immondizia del mare un problema grave e globale: si stima che nel mondo ogni anno si producano 280 milioni di tonnellate di plastica, nel 2050 saranno il doppio e una parte non trascurabile finisce nelle acque marine, con danni incalcolabili per flora e fauna. Il Mediterraneo particolarmente esposto al pericolo, visto che si tratta di una mare semichiuso in cui sboccano numerosi fiumi che trasportano anche tanti rifiuti; si pensa che siano almeno 250 miliardi i frammenti di plastica al suo interno e alcuni studi fatti sul mar Tirreno ci dicono che il 95 per cento dei rifiuti galleggianti avvistati, pi grandi di venticinque centimetri, siano di plastica, il 41 per cento di questi costituiti da buste e frammenti. Statisticamente ogni chilometro quadrato si trovano pi di tredici di questi grandi rifiuti - in alcuni bracci di mare possono arrivare ad essere anche tre volte tanto - e molti rimangono per l'appunto impigliati nelle reti dei pescatori. Soprattutto dopo qualche temporale.

Quell'idea del sindaco pescatore
Il progetto di coinvolgere i pescherecci nato da un suggerimento della Fondazione  Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica, nel salernitano, ucciso dalla criminalit organizzata nel 2010. Un'iniziativa semplice, ma cos che si risolvono a volte i grandi problemi.  "Quell'idea ha poi trovato sponda - sottolinea l'assessore alla presidenza della Toscana Vittorio Bugli - nel lavoro  che la Regione sta portando avanti sul tema dell'economia collaborativa e circolare: un lavoro dove tutela dei beni comuni, impegno attivo per l'ambiente, sostegno alla competitivit toscana e alle produzioni locali sono parole d'ordine che si ripetono su pi fronti. Con questo progetto la collettivit si fa carico del mare, il pescato acquista pi valore e sulle tavole alla fine, con acque nel tempo pi pulite, arriver anche un prodotto migliore e pi sicuro".

(fotografie di Walter Fortini)

 

https://www.youtube.com/embed/Fr9-2mBMCsI