
Avanti tutta per il restauro della villa medicea “L’Ambrogiana” a Montelupo Fiorentino e la sua trasformazione in una sede decentrata della galleria degli Uffizi di Firenze per ospitare le opere che oggi giacciono dimenticate nei depositi. Stamani Sovrintendenza, Comune e Regione hanno fatto il punto nel corso di una conferenza stampa all’interno dell’edificio storico che si eleva con le sue quattro torri nel mezzo del paese, lungo l’Arno.Un progetto importante e ambizioso, condiviso nel tempo da governi di colori diversi e da tre ministri, di cui due hanno anche visitato a suo tempo il luogo.
Le risorse finanziare ci sono: 12 milioni di euro dal Ministero della Cultura, altrettanti messi a disposizione già con il bilancio 2024 dalla Regione. Pure il progetto di massima e un’idea per la futura gestione, attraverso una fondazione, sono in stato avanzato. Per proseguire e definire i dettagli e decidere chi dovrà appaltare i lavoro manca solo la firma dell’accordo di collaborazione tra Regione e Ministero, che il cambio alla guida del dicastero, la riforma delle struttura e la nomina conseguente di capo dipartimenti e dirigente hanno in parte rallentato.
“Ma non c’è nessun problema o ripensamento. Sono fiducioso” assicura il presidente della Toscana, Eugenio. Giani. E se si firmasse entro l’estate, assicurano alla Sovrintendenza, per il 2028, entro tre anni dalla chiusura del progetto esecutivo, i lavori potrebbero essere conclusi. Un progetto che va di pari passo con il recupero e la valorizzazione della villa medicea a Careggi, di proprietà della Regione. “Lì – chiosa Giani – i lavori sono pressochè terminati o saranno chiusi entro l’anno: quelli alla Limonaia, quelli sul giardini e quelli sulle stanze interne”.
A Montelupo intanto si è lavorato alla messa in sicurezza della ‘grotta’ - prima che le decorazioni che l’adornano rischiassero di andare perdute - e si è lavorato e si continua a lavorare sui rilievi dell’edificio, sull’approfondimento del quadro conoscitivo, sui carotaggi geologici e sul consolidamento dei solai, utilizzando i due milioni e quattrocentomila euro messi a suo tempo a disposizione dalla Sovirntendenza (aggiuntivi ai 12 milioni del Ministero) e destinati per l’appunto alla verifica di vulnerabilità dell’edificio e alla riduzione del rischoi sismico. Lavori ‘invisibili’, ma che sono proseguiti in tutti questi mesi.
L’area sotto tutela copre tre ettari e mezzo e a quindicimila metri quadri ammontano le aree coperte, di cui poco più di ottomila sono i locali della villa e il resto le scuderie, altre sezioni e l’antico edificio, il più antico del compleso, dove si costruivano barchini. Tutti spazi che saranno oggetto di intervento e restauro.
L’Ambrogiana è l’unica villa medicea con un rapporto diretto con l’acqua, il fiume Arno che corre dietro da cui oggi è divisa da mura che saranno in futuro abbassate di quota. E’ stata una delle dimore preferite dal granduca Cosimo III dei Medici tra Seicento e Settecneto ed è poi diventata sede, già negli ultimi anni dell’epoca lorenese e fino al 2017, di un manicomio criminale e di un ospedale psichiatrico giudiziario.
“Si tratta di un progetto importante, il più importante, per Montelupo: recuperiamo un bene per renderlo fruibile e lo valorizziamo all’interno del progetto Uffizi diffusi” evidenzia il sindaco Simone Londi. Un grande investimento in cultura. Un sogno che presto potrebbe diventare concretezza, evoca qualcun altro nel corso della conferenza stampa a cui erano presenti la sovrintendente Antonella Ranaldi, il responsabile per la sovrintendenza del progetto Gabriele Nannetti, Giorgia Muratori per il segretariato regionale del Ministero della cultura, alcuni consiglieri comunali, il senatore Dario Parrini e tecnici.
“Penso che concludere i lavori e aprire la villa al pubblico entro il 2028 sia possibile – commenta il presidente Giani -. L’importante è che il Ministero faccia partire presto l’appalto e che si creino le condizioni per la costituzione della fondazione per la gestione dello spazio”. “Ho creduto fin dall’inzio nel progetto degli Uffizi Toscana – aggiunge -, ovvero in un’esposizione diffusa sul territorio dei tesori artistici che giacciono nei magazzini della galleria. A Montelupo uno spazio del genere richiamerebbe un gran numero di turisti ma anche di cittadini, perché i vari ambienti ed il parco tornerebbero fruibili alla cittadinanza”. Da ex manicomio a spazio aperto.