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24 novembre 2015
14:30

Violenza di genere, Barni: "Anche il mondo accademico è impegnato in questa battaglia"

FIRENZE - "La presenza dei servizi sul territorio e l'attenzione mediatica sul fenomeno della violenza di genere influenzano positivamente il numero di segnalazioni da parte delle vittime. Va dunque mantenuta alta su questo fenomeno l'attenzione degli operatori e della popolazione tutta. Abbiamo così deciso di coinvolgere in questa battaglia anche il mondo delleUniversità, cuore del mio assessorato e da cui provengo. Grazie all'Ufficio regionale per la Tutela dei Consumatori abbiamo realizzato un video che lega simbolicamente le sette università toscane nella lotta alla violenza di genere e testimonia il rinnovato impegno in materia del mondo accademico tutto".

Si è aperto con la proiezione del video, dal titolo 25 novembre - Le Università della Toscana in staffetta, e con l'intervento della vicepresidente Monica Barni (con delega alle pari opportunità), il pomeriggio di lavori per la presentazione del settimo Rapporto sulla violenza di genere in Toscana nell'auditorium di Sant'Apollonia.

Il rafforzamento delle reti territoriali per la prevenzione ed il contrasto alla violenza di genere è stato ed è una delle priorità dell'azione della Regione. "Proprio in quest'ultimo scorcio d'anno – afferma la vicepresidente - siamo riusciti a implementare le risorse stanziate nella legge finanziaria per interventi in materia di violenza di genere, utilizzandole in sinergia con quelle della Cittadinanza di genere. Ora estiamo in attesa del via al Piano straordinario d'azione contro la violenza sessuale e di genere, e delle risorse statali collegate per la sua concreta attuazione".

Considerato che le denunce da parte delle donne vittime di violenza sono in aumento, specie tra le donne più giovani, e che al contrario i femmincidi interessano proporzionalmente sempre più donne meno giovani, "abbiamo ritenutoimportante – dice Barni - investire nella lotta agli stereotipi di genere nelle scuole, attività che da anni la Regione porta avanti. Una scelta che intende stimolare un lento ma deciso cambiamento culturale: tra le giovani generazioni si sta infatti pian piano diffondendo la consapevolezza che le donne non siano da meno degli uomini e che come tale vanno rispettate e, di conseguenza, che ogni abuso debba essere segnalato e punito. Educazione alle differenze di genere che è stata opportunamente inserita anche nella legge sulla buona scuola quale momento essenziale per sviluppare il rispetto verso la diversità".