Basterebbero 200 farmaci per curare tutto il mondo

Basterebbero 200 farmaci per curare tutto il mondo

”Secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, con non più di 200 farmaci si potrebbero dare risposte sufficienti ai problemi di salute più importanti dei Paesi poveri del mondo. Ma questo non coincide con gli interessi di guadagno delle case produttrici”. E’quanto ha detto Gianni Tognoni, farmacologo dell’Istituto Mario Negri di Milano, interrogato da Gad Lerner sul tema dei farmaci e brevetti. “I farmaci sono molto pubblicizzati, qui da noi ce ne sono tantissimi, perché è così difficile farli arrivare nei Paesi dove mancano?”, ha chiesto Lerner. “Sono le caretteristiche del mercato dei farmaci – ha spiegato Tognoni – Il mercato è molto abbondante, ma vi ha accesso solo chi ha tanti fondi per comprarli ai prezzi imposti dal mercato. In realtà, quasi tutti i farmaci, a parte poche eccezioni, potrebbero essere venduti come i generici. Ma ci sono regole che fanno in modo che solo alcuni grandi produttori siano in grado di produrre farmaci affidabili”. Gianfranco De Maio, responsabile medico per l’Italia di Medici senza frontiere, ha ripercorso la vicenda dei farmaci contro l’Aids in Sud Africa: “Noi siamo per il rispetto delle regole che gli Stati si danno – ha sottolineato – Ma spesso il più forte ne abusa. In Sud Africa i pazienti non avevano accesso ai farmaci contro l’Aids perché costavano troppo. Mandela decise di importarli da dove costavano meno. Allora 39 multinazionali gli fecero causa. Mentre il processo era in corso, le case farmaceutiche hanno ritirato la denuncia. Ma le associazioni dei malati hanno intentato causa per abuso di potere a due case farmaceutiche, che sono state riconosciute colpevoli e devono pagare. Ora in Sud Africa tutti i sieropositivi potranno essere curati a spese dello Stato”. Quanto alle obiezioni spesso avanzate dalle case farmaceutiche sul fatto che nei Paesi africani non c’è la catena del freddo e quindi ci sarebbe difficoltà a conservare i farmaci, Tognoni ha detto: “Ci sono senz’altro difficoltà da tenere presenti, ma come si riesce a far arrivare in tutto il mondo le lattine di CocaCola, nello stesso modo si potrebbero far arrivare i farmaci. E’ importante il ruolo dei medici. In Italia ce ne sono troppi, nei Paesi poveri troppo pochi, e concentrati dove meno serve, perché il medico appartiene a una classe privilegiata e non vuole andare nelle periferie”.
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