Le idee, le voci e l'entusiasmo dei novemila

Le idee, le voci e l'entusiasmo dei novemila

C’è Margherita che si è alzata alle 4 per prendere il traghetto alle 5. Con lei altri trenta ragazzi, che arrivano dal liceo classico e dall’Istituto alberghiero di Porto Ferraio. “A parte la levataccia, è bellissimo – dice Silvia – ci siamo preparati un mese a questa giornata!”. “Perché essere informati non basta mai – si inserisce Elena – si legge, si studia, però qui si prova un’emozione particolare, quella della libertà”. La musica della Banda Improvvisa trascina e fa la sua parte. Poi c’è l’entusiasmo di trovarsi in novemila da ogni parte della Toscana, tutti insieme a parlare di argomenti “così importanti e seri – commenta Matteo dal Liceo delle scienze sociali di Lucca – eppure trattati in modo leggero e festoso”. “Non è ovvio in questi tempi il tema della religiosità – commenta la sua compagna di classe Silvia – ma rifletter! e in un contesto che è molto diverso dai soliti convegni seriosi, è davvero emozionante”.
“Vedi, io sono italiano e lui è senegalese. Siccome io sono un po’ durino in inglese e lui in italiano, siamo compagni di banco, così ci aiutiamo a vicenda”. Giovanni e Aamal raccontano così la loro amicizia. Sono della scuola media Leonardo da Vinci di Poggibonsi, realtà dove l’8,5% degli studenti proviene da altri paesi. Sono arrivati in 190 qui al Mandela Forum, perché dell’intercultura alla media Da Vinci hanno fatto una materia portante.
“Mi piace parecchio – dice Angelo, 13 anni, albanese in Italia da nove – qui si impara tanto senza stare in classe”. Con lui ci sono Melissa e Katy, peruviane, Giovanni, cinese, Enimem, senegalese “no, genovese- precisa- i miei genitori sono senegalesi ma io sono nato in Italia e mi sento italiano”. Tanti ragazzi di tante etnie, che studiano alla scuola media Giovanni Verga di San Donnino (Firenze) che di etnie ne raccoglie 19. “Capirete che una giornata come questa è particolarmente significativa per noi – dice l’insegnante di italiano, Agnese Siniscalchi – comunicare e far comunicare in un universo così composto è un mestiere complesso, più di quello di insegnare lettere”.
“Mi sento amico di tutti” commenta Marco, alunno della III A della scuola media di Montemurlo. Altri suoi coetanei sono convinti che la libertà religiosa sia una cosa positiva, e che sia un diritto di ognuno poter professare la propria religione. “Sarebbe utile che fosse fatta un’ adeguata istruzione sulle religioni nelle scuole medie, dove secondo me, non si affrontano determinati argomenti” afferma Giulia del Liceo scientifico di Follonica, che crede che si debba rispettare le altre religioni senza ostacolare le scelte di ogni individuo.
Maria Cristina Viglianisi, insegnate di rel! igione d i una scuola di S.Giovanni Valdarno, crede che ci sia ancora molto da lavorare con i ragazzi sotto questo aspetto.
“Lo sforzo che fanno tutti i professori di religione sta nella volontà di spiegare anche le altre religioni per far sì che ci sia un rispetto reciproco poiché esiste ancora tanta diffidenza”.
“Certo è che un meeting come questo – dice Marco del Liceo linguistico Montessori di Marina di Carrara - è utile a dare l’input al confronto”.
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