La Regione riconosce i Centri per la conservazione, la riproduzione, il recupero e il ricovero di specie animali e vegetali come Centri di interesse regionale.
I Centri di conservazione della fauna selvatica individuati ai sensi della L.R. 30/2015 possono essere riconosciuti quali centri di recupero della fauna selvatica previsti all'articolo 38 della L.R. 3/1994.
I centri di conservazione ex-situ sono organizzati per la detenzione delle specie di cui è vietato il rilascio in natura ai sensi della legge 7 febbraio 1992, n. 150. (Disciplina dei reati relativi all'applicazione in Italia della Convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione, firmata a Washington il 3 marzo 1973, di cui alla legge 19/12/1975 n. 874 e del regolamento CEE n. 3626/82).
Con DGR 1175/04 la Regione Toscana ha definito i requisiti strutturali, organizzativi e strumentali che i Centri di conservazione ex situ, devono possedere per essere riconosciuti tali.
Attualmente sono identificati come CESFL di interesse regionale (Centri di Conservazione ex-situ della flora) gli Orti Botanici delle Università degli Studi di Firenze, Pisa e Siena e la Banca del Germoplasma del Museo di Storia Naturale del Mediterraneo di Livorno.
Sono stati riconosciuti inoltre come Centri di Conservazione della Fauna Selvatica (CESFA) il Crasm – Centro Recupero Animali Selvatici della Maremma (Semproniano) attraverso Dgr. n. 410/2007, il Centro di protezione e custodia di erpetofauna selvatica in località Malfatto (Massa Marittima) attraverso Dgr. n. 479/2012 e l'Istituto di Biologia ed Ecologia Marina di Piombino (IBEM) attraverso Dgr. n.624/2014."