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6 maggio 2016
15:42

La Toscana non dimentica le vittime del terrorismo. Bugli: "La legalità vive con la memoria"

FIRENZE - Il 9 maggio è il giorno della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi e l'assessore Bugli parteciperà lunedì, a nome della Regione, alla cerimonia in programma alla Camera dei Deputati a Roma presieduta dalla presidente Boldrini. Ci saranno anche venti ragazzi di due scuole fiorentine, l'Isis Leonardo da Vinci e l'Itt Marco Polo, invitate dall'Associazione familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili. Un'attentato che rimane ancora una ferita aperta a Firenze, ventitré anni dopo. In questi giorni la Regione ha pubblicato una pagina sul suo sito - www.regione.toscana.it/memoriavittimeterrorismo - che elenca i morti, le stragi e gli attentati che si sono succeduti in trent'anni in Toscana, dal 1974 al 2003: quarantacinque, tanti cittadini comuni che si trovati nel momento sbagliato nel posto sbagliato, poliziotti anche e un ex sindaco a Firenze.


Diretta su RaiDue

"Abbiamo inviato una lettera a tutte le scuole, assieme alla collega Grieco, affinché in classe si svolgano momenti di riflessione per conservare, rinnovare e costruire una memoria storica condivisa in difesa delle istituzioni democratiche" sottolinea Bugli. Raidue trasmetterà in diretta, il 9 maggio dalle 11.30 alle 13, la cerimonia romana. "La cultura della legalità si costruisce infatti nella vita di tutti i giorni – sottolinea ancora l'assessore -. Lo si fa tramandando valori e conquiste ottenute. Lo si fa senza dimenticare quello che è stato. Per questo è importante coinvolgere i cittadini, a partire dai più giovani e da chi quegli anni non li ha vissuti direttamente".

Il centro di documentazione "Cultura della legalità democratica"

E' quello che contribuisce a fare la "casa della memoria" toscana che è il Centro di documentazione "Cultura della legalità democratica" che si trova all'ultimo piano di Palazzo Strozzi Sacrati, affacciato su piazza Duomo a Firenze: un archivio della Regione sui misteri e i poteri occulti, le stragi, l'eversione, la mafia e la criminalità organizzata in Italia , con le pareti tappezzate di manifesti che ricordano le tante iniziative organizzate, tesi e libri sulle Brigate Rosse, i 130 i volumi della commissione parlamentare sull'attentato Moro ed altri sulla P2, la loggia massonica di Licio Gelli. Non in molti forse lo conoscono, ma è frequentato da ricercatori ed anche da scuole. "Venite a trovarci – invita Bugli – le porte sono aperte".

Era il 1994: l'anno prima un'autobomba era esplosa a Firenze in via dei Georgofili. Erano gli anni in cui finiva la Prima Repubblica. Erano gli anni di Mani Pulite e delle stragi di mafia di Capaci e via D'Amelio, un momento confuso e turbolento nella storia d'Italia. E' in quell'anno che nasce l'archivio e centro toscano: una 'casa della memoria' appunto, per non dimenticare e promuovere una più forte e salda coscienza civica e democratica, un caso più unico che raro in tutta Italia.

 

I progetti sulla memoria e la legalità con le scuole e i giovani
Nei mesi scorsi è stata avviata un progetto sperimentale con un liceo della città, il liceo Machiavelli di Firenze, rivolto allo studio della storia più recente: venti ragazzi in Regione per sette incontri in quattro mesi a studiare gli anni '60 e '70 del Novecento. Altri ragazzi, nell'ambito dell'alternanza scuola-lavoro, stanno catalogando l'archivio lasciato al centro della giornalista Sandra Bonsanti e in particolare le lettere del sequestro Moro. Ci sono poi, ogni estate, i campi organizzati da Libera e Arci (sostenuti anche dalla Regione) sui terreni strappati alla mafia e alla criminalità organizzata, che vedono più di cinquecento ragazzi impegnati per una o due settimane, a rotazione, tra la Sicilia e la Calabria. Sul fronte della cittadinanza attiva la Regione sostiene anche il progetto "Sentinelle della legalità" della Fondazione Caponnetto. "La tradizione della Toscana è quella di un popolo che ama partecipare, vivere nella democrazia e stare sempre contro l'intolleranza e l'illegalità – conclude Bugli - Tutti valori che sarebbe molto bello lasciare in eredità anche ai più giovani. Per questo la memoria, lo studio e la mobilitazione sono importanti".