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23 luglio 2013
16:26

Partecipazione, sopra 50 milioni il dibattito pubblico diventa obbligatorio. Bugli: 'Un aiuto per prendere le migliori decisioni'

FIRENZE - La Regione ha rinnovato la legge sulla partecipazione che la Toscana, cinque anni fa, prima tra le Regioni in Italia, ha approvato, seguita tre anni pi tardi da un'esperienza simile in Emilia Romagna. Una legge a scadenza, che ne un altro tratto innovativo, scritta in modo partecipato e che il Consiglio regionale ha giustappunto rinnovato oggi.

Soddisfatto l'assessore alla presidenza e alla partecipazione, Vittorio Bugli. "La democrazia partecipativa in Toscana di casa e vogliamo continuare a scommetterci commenta - Democrazia rappresentativa e partecipativa sono due facce di una stessa medaglia e la seconda pu aiutare le istituzioni e la politica a prendere le migliori decisioni o comunque a fare scelte pi condivise". Corollario non scontato, ma che in Regione in Toscana ben presente da almeno cinque anni.

Dibattito pubblico obbligatorio e autorit collegiale - Si prosegue dunque sul solco gi tracciato. A dicembre il consiglio regionale, dopo un'attenta e lunga valutazione, aveva espresso un giudizio complessivamente positivo suglie effetti della legge. Ma ci sono anche importanti novit , pensate per risolvere qualche criticit che pur emersa. Quella pi grande di rendere il dibattito pubblico, gi ora possibile, obbligatorio per tutte le opere di interesse regionale a partire da 50 milioni. Un po' come avviene in Francia: il modello che pi ha ispirato cinque anni fa la Regione, in una legge che comunque anche molto toscana. L'Autorit indipendente da monocratica diventa inoltre collegiale, con un pi diretto ruolo del Consiglio regionale. Sotto i cinquanta milioni spetter all'Autorit indipendente decidere se attivare o meno un dibattito pubblico, oppure, per progetti che non hanno una rilevanza per tutta la comunit toscana, scegliere di sostenere un processo partecipativo locale. Come era gi adesso, ma con procedure pi semplicie paletti ben chiari.

Nessun ritardo, anzi - C' chi teme che questo possa allungare i tempi di realizzazione delle opere. Tutt'altro, secondo l'assessore. "La democrazia partecipativa - commenta Bugli pu aiutare le istituzioni a far prima e meglio, discutendo prima anzich dopo, anticipando lo stallo e i ritardi di una contestazione, discutendo tutte le opzioni e individuando magari nuove soluzioni. Di pi : pu offrire alla politica un canale di ascolto dei cittadini". Di norma il dibattito pubblico si svolger quando di un intervento sono ancora possibili tutte le diverse opzioni.

Partecipazione in rete - La nuova legge prevede anche un pi esteso uso delle nuove tecnologie e una 'piattaforma informatica' per rendere pi facile il confronto. "Nel mondo dei social network era giusto tenere conto dice l'assessore -, anche se la democrazia partecipativa, come sanno bene gli esperti, non si fa solo su internet o a colpi di click. Deve essere informata, si fonda sul confronto e sul dialogo, e si tratta di processi molto pi complessi e che utilizzano pi strumenti". "La partecipazione inoltre precisa ancora Bugli - viene prima e non si sostituisce alle istituzioni, che ascoltati i cittadini legittimamente assumono poi le loro decisioni Certo se le decisioni sono pi condivise, pi facile poi evitare conflitti imbarazzanti".

Dopo agosto l'assessore annuncia anche un evento in cui saranno raccontati alcuni dei processi partecipativi svolti in quattro anni e aperta una discussione aperta su come fare a entrare nella nuova fase della legge.

Notizia correlata:

Pi di cento processi partecipativi in quattro anni

Per approfondire:

Sito sulla partecipazione, giunta regionale toscana

Autorit sulla partecipazione, Consiglio regionale

Il servizio su Agor (Rai3) andato in onda il 10 aprile 2013